Wolfgang Amadé Mozart

La finta giardiniera (K 196)

Opera buffa i tre akter. Libretto: Ranieri de Calzabigi, bearbetad av Marco Coltellini. Uruppförande på Salvatortheater i München 13 januari 1775.

Roller

Don Anchise, Lagoneros borgästare (Podestà di Lagonero), förälskad i Sandrina (tenor)
Grevinnan Violante Onesti (La marchesa Violante Onesti), greve Belfiores älskade, som tros vara död men som under namnet Sandrina uppträder förklädd till trädgårdsmästarinna (sopran)
Greve Belfiore (Il Contino Belfiore), förr Violantes älskade, numera Armindas (tenor)
Arminda, en förnäm dam från Milano, förr Cavaliere Ramiros älskade, numera Greve Belfiores trolovade (sopran)
Cavaliere Ramiro, Armindas tidigare kärlek, men som övergivits av henne (sopran)
Serpetta, don Anchises kammarjungfru, förälskad i denne (sopran)
Roberto, Violantes tjänare, som under namnet Nardo och förklädd till trädgårdsmästare utger sig för att vara hennes kusin; han är kär i Serpetta, som ignorerar honom (bas)

Orkester

2 flöjter, 2 oboer, 2 klarinetter, 2 fagotter, 2 horn, 2 trumpeter, pukor, violin I, violin II, viola, violoncell och kontrabas

ATTO PRIMO
Scena I
No. 1 Introduzione
No. 2 Aria
Scena II
No. 3 Aria
Scena III
Scena IV
No. 4 Aria
Scena V
No. 5 Aria
Scena VI
Scena VII
No. 6 Aria
No. 7 Aria
Scena VIII
No. 8 Aria
Scena IX
No. 9 Cavatina
No. 10 Aria
Scena X
No. 11 Cavatina
Scena XI
No. 12 Finale
Scena XII
Scena XIII
Scena XIV
Scena XV
ATTO SECONDO
Scena I
Scena II
No. 13 Aria
Scena III
Scena IV
No. 14 Aria
Scena V
No. 15 Aria
Scena VI
No. 16 Aria
Scena VII
No. 17 Aria
Scena VIII
Scena IX
No. 18 Aria
Scena X
Scena XI
Scena XII
No. 19 Recitativo ed Aria
Scena XIII
Scena XIV
No. 20 Aria
Scena XV
No. 21 Aria
No. 22 Cavatina
Scena XVI
No. 23 Finale
ATTO TERZO
Scena I
Scena II
No. 24 Aria e Duetto
Scena III
Scena IV
No. 25 Aria
Scena V
Scena VI
No. 26 Aria
Scena VII
No. 27 Recitativo e Duetto
Scena VIII
No. 28 Finale. Coro

ATTO PRIMO

La scena si finge nella terra di Lagonero.

Scena I

Vago giardino con spaziosa scalinata per cui si ascende al palazzo del Podestà. Il Podestà, Cavalier Ramiro e Serpetta che scendono dalla scalinata; Sandrina e Nardo applicati alla coltura del giardino.

No. 1 Introduzione
TUTTI

Che lieto giorno,
Che contentezza,
Qui d'ogn'intorno
spira allegrezza;
Amor qui giubila,
brillando va.

RAMIRO

Fra cento affanni
sospiro e peno,
Per me non splende
mai di sereno,
Per me non trovasi
felicità.

IL PODESTÀ

Il cor mi balza
per il piacere,
Tra suoni e canti
dovrò godere:
Sandrina amabile
pur mia sarà.

SANDRINA

Sono infelice,
son sventurata,
Mi vuole oppressa
la sorte ingrata,
Di me più misera
no non si dà.

NARDO

Neppur mi guarda,
neppur m'ascolta;
Farà costei
darmi di volta, (accennando Serpetta)
Che donna barbara
senza pietà.

SERPETTA

Con quella scimmia
già s'è incantato,
Fa il cascamorto, (accennando il Podestà)
Ma se mi stuzzica
la pagherà.

RAMIRO

Celar conviene
la pena ria.

IL PODESTÀ

Via sollevatevi,
Sandrina mia.

SANDRINA

Son troppe grazie,
troppa bontà.

RAMIRO

Vedrò placata
l'iniqua stella.

IL PODESTÀ

Non so lasciarla
ch'è troppo bella.

SERPETTA

Son pieni gl'uomini
di falsità.

Recitativo
IL PODESTÀ

Viva, viva il buon gusto
Della mia vezzosetta giardiniera.
Ch'è il più gradito fior di primavera.
Ramiro, che vi pare?

RAMIRO

Non v'è che dir, mi sembra
Il giardino incantato, eppur non basta
A farmi rallegrar.

IL PODESTÀ

Questa è pazzia.
Ma tu, Sandrina mia,
Perchè mesta così?

SERPETTA

Uh, che sia maledetta. (A Sandrina)
Dopo giunta costei
Non mi guarda più in faccia.

NARDO

(a Serpetta che non gli dà udienza)
Neppure un'occhiatina.

IL PODESTÀ

Via, spiegati carina, che t'affanna?

SERPETTA

Patisce il mal di core.

SANDRINA

Io non merto, signore,
Tanta vostra bontà. Dovrei godere,
Sperare dovrei. Ma sento,
Che in seno un fiero affanno
Del povero mio cor si fa tiranno.

NARDO

(a Serpetta)
Pur dovresti pensare...

SERPETTA

Mi sento dalla rabbia divorare.

IL PODESTÀ

Don Ramiro, Sandrina, allegramente.
Qui a momenti s'attende
La sposa mia nipote. Prepariamoci
Ai banchetti, ai festini.
Io non voglio veder malinconia
Oggi che siamo in tempo d'allegria.

SANDRINA

Ah che procuro invano...

RAMIRO

Invan mostro scioltezza...

IL PODESTÀ

Amico, ho gran timore,
Che sia del vostro mal cagione amore.

RAMIRO

Purtroppo, è ver; per una donna infida
Son ridotto a languire...

IL PODESTA

Oh che sproposito!
Affliggersi così per una donna,
Por la vita in periglio?
Prendete il mio consiglio;
Scegliete un'altra bella,
Dategli il vostro core,
Che se amor vi feri, vi sani amore.

RAMIRO

Mi guardi il ciel, che appena
Dalle catene sciolto cercar voglia
Nuovi ceppi per me; non fia mai vero,
Che mi venga in pensiero idea si stolta
E m'accenda d'amore un'altra volta.

No. 2 Aria

Se l'augellin sen fugge
Dalla prigione un giorno,
Al cacciatore intorno
Non più scherzando va.

Libero uscito appena
Da un amoroso impaccio,
L'idea d'un altro laccio
Ah che tremar mi fa.

(Parte.)

SCENA II

Il Podestà. Sandrina, Serpetta e Nardo.

Recitativo
IL PODESTÀ

Presto, Nardo, Serpetta andate, andate
Ché all'arrivo de' sposi
Vo' che tutto sia pronto,
Con pompa, splendidezza e proprietà.

SERPETTA

Vo' restar con Sandrina in liberta.

NARDO

Via Serpetta, il padrone
Ad ubbidir si vada.

SERPETTA

Vanne, rompiti il collo, ecco la strada, (Nardo parte e Serpetta resta in disparte.)

IL PODESTÀ

Siam pur soli una volta,
Veniamo un poco a noi: cara Sandrina
Mi spiego in due parole,
Ardo, moro per te, quel brio, quel vezzo
Subito mi colpì.

SANDRINA

Signor, che dite?
Povera villanella...

SERPETTA

(si fa avanti)
Venga Sandrina anch'ella
A travagliar con noi.

IL PODESTÀ

Sandrina ha da star qui, parti, che vuoi?

SERPETTA

Ubbidisco. (a Sandrina)
(Stregaccia.)

(Si ritira)

IL PODESTÀ

Cosi com'io dicevo,
Speranza del mio cor, so quel che dico,
So quel che penso... basta...

SANDRINA

Ah pensate, signore, al vostro grado,
Voi nobile, io meschina...

IL PODESTÀ

Eh che l'amore
Non conosce ragione, uguaglia tutto.

SANDRINA

Ma una donzella onesta
permetter non deve che s'avvilisca...

SERPETTA

(torna come sopra)
Signore compatisca
Se interrompo nel meglio.

IL PODESTÀ

Che disdetta!

SERPETTA

Dica la toeletta
Di madama la sposa
Dove poi la destina?

IL PODESTÀ

In gabinetto, in camera, in cucina.

SERPETTA

Mi perdoni. (a Sandrina)
(Sfacciata.)

(Si ritira)

IL PODESTÀ

Non più, cara, quel volto
Nobilita la gente,
Non l'avvilisce... andiamo.

SANDRINA

Che sperate?

IL PODESTÀ

Voglio farti mia sposa.

SERPETTA

(come sopra)
Già direte che son...

IL PODESTÀ

Dico che sei
Un'ardita insolente,
Temeraria importuna!

SERPETTA

Ma sentite
Una parola sola...

IL PODESTÀ

Parti, va via di qua, vil donnicciuola.

SERPETTA

Vado, vado, pazienza. (Ma tu la pagherai, brutta fraschetta.)

(Parte.)

SANDRINA

Permettete, signor...

(Vuol partire.)

IL PODESTÀ

No, senti, aspetta,
Mia cara non partir, se tu sapessi...
(Son fuor di me) che smania,
Che tumulto ho nel core,
Né so se sia speranza, oppur timore.

No. 3 Aria

Dentro il mio petto io sento
Un suono, una dolcezza
Di flauti e di oboe.
Che gioia, che contento,
Manco per l'allegrezza,
Più bel piacer non v'è.

Ma oh Dio, che all'improvviso
Si cangia l'armonia
Che il cor fa palpitar.
Se n'entran le viole,
E in tetra melodia,
Mi vengono a turbar.
Poi sorge un gran fracasso,
Li timpani, le trombe,
Fagotti e contrabbasso
Mi fanno disperar.

(Parte.)

SCENA III

Sandrina, poi Nardo.

Recitativo
SANDRINA

Della nemica sorte
Quante vicende mai finor soffersi!
Trafitta, abbandonata dall'amante
Sotto spoglie mentite,
In esercizio abietto son contenta
Passare i giorni miei.
Almen potessi, oh Dei!
L'ingrato riveder; ma che mi giova
Cosi struggermi in pianto...

NARDO

Marchesina...

SANDRINA

Ah taci per pietà, potrebbe alcuno
Qui ascoltarti.

NARDO

Siam soli,
Né v'è alcun che ci senta.

SANDRINA

Tu sai, che l'anno è scorso
Da quell'infausta notte,
Che il Contino Belfiore
Invaso da una pazza gelosia
Mi trafisse spietato, ed all'istante
Credendomi già morta
Mi lasciò, si parti.

NARDO

Che brutto caso!
In ripensarlo solo
Mi scappano le lagrime.

SANDRINA

Ah caro servo,
Sai pur, che a solo oggetto
Di ritrovar l'amante, in queste spoglie
Teco m'indussi andar raminga, e ognuno a
Mio cugino ti crede.
Ma quivi giunta appena,
Si preparan per me nuovi disastri.

NARDO

Ma quella, perdonate,
Mi pare frenesia: giacché la sorte
Ci ha fatto capitare
In questo bel soggiorno,
Ove dal Podestà voi siete amata...

SANDRINA

Questo motivo appunto
Or mi sprona a partir, vedermi astretta
I sospiri, le smanie,
I rimproveri udire in ogni istante
D'un importuno amante...

NARDO

Eh, signorina,
Chi v'obbliga ad amarlo?
Seguitate lo stil dell'altre donne:
Fingete, lusingatelo,
Fategli quattro smorfie.

SANDRINA

Oh non mi piace
Questo moderno stile:
Nemmen per gioco io voglio
Arder di nuovo amore; il cuor degl’uomini
Già conosco abbastanza;
Vo' subito partire...

(Vuol partire.)

SCENA IV

Ramiro e detti.

Recitativo
RAMIRO

Gl'uomini s'han d'amar, non da fuggire.

NARDO

E dice molto bene.

RAMIRO

Ah perché mai
Voi gl'uomini abborrite?

SANDRINA

Perché finti e incostanti...

RAMIRO

Eppur vi sono
Degl'uomini fedeli; io tal mi vanto.
Amai nobil donzella
(Ahi rimembranza!)
Ed allor ch'io m'offersi
Ad unirmi con lei, l'empia mi sprona,
Mi tradisce, mi lascia e m'abbandona.

SANDRINA

Ecco lì! tutto il male
Già proviene da noi, povere donne,
Che fier destino è il nostro!
Pace non v'è per noi, né contentezza,
Né ci serve la grazia e la bellezza.

No. 4 Aria

Noi donne poverine,
Tapine, sfortunate,
Appena siamo nate
Ch'abbiamo da penar.

Disgrazie da bambine,
Strapazzi grandicelle,
E dell'età nel fiore,
O siamo brutte o belle
Il maledetto amore
ci viene a tormentar.

Meglio sara per noi
Non nascere o morir.

(Parte.)

SCENA V

Nardo

NARDO

Io per me non capisco
Con chi l’abbia costui: ma la padrona
Mi sembra ancor che voglia dar di volta.
E’ ver, che n’ha ragione
Per quell’indegna azione
Che gli fece il Contino,
Ma forse… e senza forse
Il mio caso é peggior, che per Serpetta
Mi vado consumando:
Ella mi fugge, e scaccia,
Neppur mi guarda in faccia...che farò?
Per far che senta amore, piangerò.
Ah che non giova il pianto
A piegar della donna il cor maligno,
Ch’é più duro di un ferro o di un macigno.

No. 5 Aria

A forza di martelli
Il ferro si riduce
A forza di scarpelli,
Il marmo si lavora;

Di donna il cuor ognora
Né ferro, né martello,
Né amore tristarello
La può ridurre a segno,
La può capacitar.

Siam pazzi tutti quanti
Che andiamo appresso a femmine,
Si sprezzino; si scaccino,
Si fugghino, si piantino,
Si lascino crepar.

(Parte)

SCENA VI

Galleria. Il Podestà, Arminda, poi Serpetta.

IL PODESTÀ

Mia cara nipotina
Riposatevi un poco, che a momenti
Lo sposo giungerà.

ARMINDA

Questa tardanza
E’ una somma increanza; egli dovea
Prevenire il mio arrivo.

IL PODESTÀ

Forse ancora non sa...

ARMINDA

Non sa ch’io sono
Testina, e capricciosa.

IL PODESTÀ

Via colle buone, via, che di qui a poco
Vi passerà la collera.

ARMINDA

Sediamo.
Ehi, qui venghino sedie.

SERPETTA

(porta sedie)
Ecco sedie,
Ecco sedie, non gridate,
Ch’io non son già sorda.

ARMINDA

Chi é costei?

SERPETTA

Io son la cameriera...

ARMINDA

E non venite
A fare il vostro debito,
A inchinarvi, ossequiarmi,
A baciarmi la mano?

SERPETTA

Or volea farlo...(Serpetta va per baciarle la mano, Arminda ricusa e discaccia).

ARMIDA

Andate.

IL PODESTÀ

Andate.

SERPETTA

Vado.

(Serpetta va per partire e Arminda la richiama).

ARMINDA

Eh ragazza, ragazza.

SERPETTA

(Che pazienza!)

ARMINDA

V’é nuova del mio sposo?

SERPETTA

No signora;
Ma credo...

ARMINDA

Andate.

IL PODESTÀ

Andate.

SERPETTA

(Con costei
non farem troppo bene)

(Si ritira)

ARMINDA

Ditemi, signor zio
Avete voi notizia, se il mio sposo
Sia bello manieroso?

IL PODESTÀ

In quanto a questo...

SERPETTA

(correndo)
Signori, presto, presto,
E’ giunto un carrozzino...

ARMINDA

Questo sarà il Contino. (S’alzano)

IL PODESTÀ

Vado a incontrarlo...olà, ch’ognuno stia
Pronto all’ufficio suo...
Nipotina sentite... (a Serpetta)
Avvisa tutti...
Camerieri, staffieri...

SERPETTA

Eccolo qua.

ARMINDA

Or mettiamoci un poco in gravità.

SCENA VII

Il Contino Belfiore e detti.

No. 6 Aria
IL CONTINO

Che beltà, che leggiadria,
Che splendore, eterni Dei!
Guardo il sole, e guardo lei,
E colpito da quei rai
Parmi, oh Dio! di vacillar.

Recitativo

Sposa, Arminda, mio sole,
Precipitosamente,
Come a sua principessa e sua regina,
Il Contino Belfiore a voi s'inchina.

ARMINDA

Contino, vi son serva (sostenuta)
E vi accetto nel cor.
(Non mi dispiace.)

IL PODESTÀ

Oh mio signor Contino
E quasi nipotino.
Prendete un caro abbraccio
Con affetto sincero
Dal nobil Podestà di Lagonero. (L'abbraccia.)

IL CONTINO

(ad Arminda)
Permettete sposina
Che sulla bianco mano... ah no sbagliai... (al Podestà)
Perdonate, signor, so il dover mio.
Pien d'ossequio... con voi bella ragazza.
No, che mancar non voglio. (A Serpetta)
Sposa... signor...
ragazza... io già m'imbroglio.

SERPETTA

(Quanto mi vien da ridere,
Bella caricatura.)

IL PODESTÀ

Or dite un poco
D'Arminda, mia nipote,
Vostra sposa novella,
Contino, che vi par?

IL CONTINO

Superba, e bella.
Bella fronte, begl'occhi, belle guancie
Bel naso, bel bocchino:
Ah voi siete, mia cara, un gelsomino.

ARMINDA

E voi sembrate appunto un girasole,
Che si volge qua e là tutti i momenti,
Anzi una banderola a quattro venti.

IL CONTINO

Perché, perché mia cara,
Mia plenilunia stella,
Voi mi dite così?

ARMINDA

Perchè vi scorgo
Volubile e leggiero: (al Podestà)
Che dite signor zio?

IL PODESTÀ

Lasciate ch'io l'osservi
Dalla fisionomia mi par... non sbaglio...
Nipote, è un uom costante!

IL CONTINO

Oh costantissimo!

IL PODESTÀ

Fedele!

IL CONTINO

Fedelissimo!
lo son qual duro scoglio, anzi qual nave,
Che in mezzo al mare infido
Mi frango... no, mi spezzo, oibò, m'arresto;
Voi m'intendete, il paragone è questo.

IL PODESTÀ

Oh circa il paragone... udite bene:
Voi siete un aquilone... oibò, qual nembo...
Anzi qual vento... no, qual mongibello;
Voi m'intendete è il paragon più bello.

ARMINDA

Beh lo vedrò, ma ditemi,
Voi mi amate?

IL CONTINO

Se v'amo? al primo lampo
Di quei vezzosi e fulminanti rai
Sotto il colpo restai.

ARMINDA

Adagio, adagio,
Sapete chi son io?

IL CONTINO

Voi siete, oh cara...

ARMINDA

lo sono capricciosa,
Cervellina insolente.

IL CONTINO

Ci ho piacere.

IL PODESTÀ

Me ne consolo.

ARMINDA

Ho buone mani e faccia.

IL CONTINO

Viva, viva.

IL PODESTÀ

Benissimo.

ARMINDA

Adopro anche il bastone.

IL PODESTÀ

Meglio, meglio.

IL CONTINO

Brava, brava, bravissima,
Che grazia, che portento, che scioltezza!
Io mi sento rapir.

ARMINDA

Ci siamo intesi.
Io v'amerò; ma guai
Se vi scopro incostante;
Anche se foste in mezzo della via
Io vi do quattro schiaffi, anima mia.

No. 7 Aria

Si promette facilmente
Dagl'amanti d'oggidì;
E la semplice zitella
Se lo crede, poverella,
E si fida a dir di sì.
Io però non fo così:
Patti chiari e patti schietti,
Pria di dirvi sì o no.
Voi sarete l'idol mio,
Il mio ben, la mia speranza.
Ma se mai, com'è l'usanza,
Mi mancaste, m'ingannaste,
Io le mani adoprerò.

(Parte con Serpetta.)

SCENA VIII

Il Contino e il Podestà.

Recitativo
IL PODESTÀ

Che dite, signor Conte, che vi pare
Di mia nipote?

IL CONTINO

Oh quanto
m'innamora e m'accende
Si cara bizzarria; oh che fortuna,
Che bella sorte, amico,
Ritrovare una donna,
Ma che dico una donna? ella è una dea,
Che in vezzo, che in beltà, che in leggiadria,
Non v'è chi a lei somiglia.
E può dirsi l'ottava meraviglia.

IL PODESTÀ

Non for per dir che m'è nipote, in tutto
Ella è particolare;
A sentirla parlare
E une piacere, uno spasso,
Sputa sentenze, e par Torquato Tasso.

IL CONTINO

Eh già si vede, e già la cosa è chiara,
Ed alla fama che di lei già corre
Per tutte le gazzette
Mi sono innamorato:
Cent'altre ho ricusato
Bellissime fanciulle... nol credete?

IL PODESTÀ

Oh, lo credo pur troppo.

IL CONTINO

Assicuratevi,
Che dovunque son stato,
le donne a truppe, a schiere
Correvan disperate
Il compendio a mirar nel mio bel volto
Di grazia, di valor insieme accolto.

IL PODESTÀ

Oh bravo il mio Contino,
Mi piace il vostro brio.

IL CONTINO

Son cavalier di spirito,
Son stato in guerra viva,
Ho espugnato fortezze,
E pur dal viso amabile
Della mia cara Arminda
Son fatto prigionier, quivi volando
Venni a posta corrente,
Ho lasciato per lei tutti miei feudi,
Le cariche, i vassalli,
Il marchese mio padre,
La duchessa mia nonna, e tanti e tanti
Cugini titolati... (Il Podestà’ ride.)

Voi ridete? Cattera non sapete
Chi sieno i miei parenti.
Vivi, morti e nascenti; udite, udite:
Vi darò in abrescè qualche contezza
Della mia nobiltà, di mia grandezza.

No. 8 Aria

Da Scirocco a Tramontana,
Da Levante a Mezzogiorno
È palese intorno, intorno
La mia antica nobiltà.
Ho gran feudi ed ho vassalli,
Ho più nonni marescialli,
Più sorelle principesse,
Tre regine, sei contesse,
Dieci consoli romani
Ed i principi, i sovrani
Non si posson numerar.
Ma cospetto! voi ridete?
Signor mio, non li vedete?
Ecco Numa, ecco Scipione,
Marco Aurelio, Marco Agrippa,
Muzio Scevola e Catone,
E quei due che vanno a spalla
Son Tiberio e Caracalla,
Con rispetto salutateli,
Sprofondatevi, inchinatevi
A ciascun di qua di là.

(Parte.)

IL PODESTÀ

Evviva, evviva i consoli Romani,
Scipione, Caracalla: ah, ah, le risa
Non posso trattenere;
Questo é spasso da ver, quest’é piacere.

(Parte)

SCENA IX

Serpetta, poi Nardo con cestino di frutti.

Recitativo
SERPETTA

In questa casa non si può più stare:
Dopo giunta costei,
Almeno cento volte
Chiamerà in un momento
E di schiattar per lei non me la sento.
Ma Nardo qui s'appressa;
Da costui già m'aspetto,
La musica ordinaria de' sospiri,
Fingerò non vederlo, e qui seduta
Mi spasserò a cantare
Un'arietta novella,
Come vuole il marito una zitella. (Siede.)

No. 9 Cavatina

Un marito, oh Dio, vorrei
Amoroso e pien d'affetto,
Ma un marito un po' vecchietto,
Mamma mia, non fa per me.

Recitativo
NARDO

(Come in questa canzone,
Il sentimento esprime
Anch'io gli vò risponder per le rime.)

Cavatina

Un marito, oh Dio, vorresti
Amoroso e pien d'affetto,
Ma un marito giovinetto,
Figlia mio, non fa per te.

Recitativo
SERPETTA

Bravo, signor buffone,
Chi vi ha dato licenza
Di penetrar fin qui?

NARDO

Cara Serpetta,
Perdonate l'ardir, qui ritrovai
L'uscio aperto ed entrai.

SERPETTA

Se volete il padrone
Sta da quell'altra parte, andate, andate.

NARDO

Così mi discacciate? Eppur carina,
Io scolpita vi tengo in mezzo al petto.

SERPETTA

Cinque volte l'ho detto,
E questa che fan sei;
No, non sono per voi gl'affetti miei.

NARDO

Ma tanta tirannia,
Dite, oh cara...

SERPETTA

Non più, parlo sincera,
Fatto per me non siete.

NARDO

Dite almeno il perché?

SERPETTA

Non mi piacete.

NARDO

Pazienza, eppur un giorno
Avrete a richiamarmi.

SERPETTA

(ride)
Ah, ah!

NARDO

Ridete?

SERPETTA

Rido perché credete
Che a trovare un marito
Ci voglia una gran cosa.
Ve ne son tanti e tanti:
Basta, ch'io volga un sguardo, ho mille amanti.

No. 10 Aria

Appena mi vedon
chi cade, chi sviene,
Mi vengono appresso,
nessuno li tiene,
E come insensati,
storditi, stonati,
Così van gridando,
smaniando così:
« Mirate che occhietti,
che sguardi d'amore,
Che vita, che garbo,
che brio, che colore,
Bellina, carina,
vi vo’ sempre amar. »
Io tutta modesta
abbasso la testa,
Neppur gli rispondo,
li lascio passar.

(Serpetta e Nardo partono.)

SCENA X

Giardino pensile. Sandrina, indi Arminda.

No. 11 Cavatina
SANDRINA

Geme la tortorella
Lungi dalla campagna,
Del suo destin si lagna,
E par che in sua favella
Vogli destar pietà.

Recitativo

Io son la tortorella che mi lagno
Lungi dal mio tesoro
Senza trovar sollievo al mio martoro.
Armata di costanza
Farò coi miei sospiri
Impietosir le stelle e il caro amante
Finch'io non troverò
Tortorella infelice ognor sarò.

ARMINDA

(Questa sarà la bella giardiniera.)
Eh ragazza, sentite?

SANDRINA

Mia signora.

ARMINDA

Dimmi pur che cos'hai,
Che ti sento lagnar?

SANDRINA

Penso a' miei guai.

ARMINDA

Ho capito, ho capito, tu sospiri,
Forse pel Podestà?

SANDRINA

Mi meraviglio,
Io son povera, è ver, ma sono onesta.
Conosco il grado mio...

ARMINDA

Taci fraschetta, olà, sai chi son io?
Misura i detti e pensa
Che parli con Arminda.

SANDRINA

Perdonate...
Io non sapea...

ARMINDA

Ti compatisco; or sappi
Ch'io quella son, ch'oggi darò la mano
Al Contino Belfiore...

SANDRINA

(sorpresa ed agitata)
(Oimè che sento!)
Il Contino è lo sposo?
E sarà vero? Oh Numi!

ARMINDA

Ei giunse poco fa, se lo vedessi
Quanto è vago e gentil.

SANDRINA

(smarrita e tremante)
(Ah ch'io non reggo,
Io mi sento morir.)

ARMINDA

Tu impallidisci?
Che mai ti turba?

SANDRINA

Un fiero
Improvviso dolore... oh Dei m'assale...
Sento strapparmi l'anima...
Mi manca il cor... nel seno...
Sudo... gelo... non reggo... io vengo meno. (Sviene.)

ARMINDA

Misera!... olà chi la soccorre? oh Dio!
Non v'è alcun che mi senta?

SCENA XI

Il Contino e detti.

Recitativo
IL CONTINO

Vi son io.

ARMINDA

Presto, caro Contino,
Assistete un momento
Quest'infelice giovane svenuta,
Che intanto io vado a prendere
Antidoto valevole
A richiamarla in vita.

(Parte in fretta.)

IL CONTINO

Ecco, idol mio, men volo a darle aita. (S'accosta a Sandrina svenuta e resta spaventato e sorpreso.)

No. 12 Finale

Numi! che incanto è questo.
Violante! È viva? Oimè!
Tremo da capo a piè;
Dove mi sia non so.

SANDRINA

(nello svenimento si muove e poi torna ad abbandonarsi)
Deh vieni ingrato core,
Guardami son pur quella.

IL CONTINO

(sempre con ammirazione e stupore)
La voce è di Violante,
Il ciglio, il bel sembiante.
Ma come in queste spoglie
Sarà la fantasia,
Meglio l'osserverò.

SANDRINA

(rinviene)
Ah della pena mia
Pietà sentite, oh Dei!

IL CONTINO

(torna attentamente ad osservarla)
È lei senz'altro, è lei,
Coraggio più non ho.

SANDRINA

(s'accorge del Conte e resta attonita)
Il Conte? oh Dio! che miro!

SCENA XII

Arminda, Ramiro e detti.Viene Arminda per dar la boccetta di spirito al Conte, s'incontra con Ramiro; e così l'una che l'altro restano insensati.

ARMINDA

Ecco il liquor, prendete...

RAMIRO

Contino, permettete...

ARMINDA, RAMIRO

Ramiro?
Che farò?
Arminda?

IL CONTINO

(a Sandrina di nascosto)
Dimmi chi sei?

SANDRINA

(Che dico?)

RAMIRO

(ad Arminda)
Barbara!

ARMINDA

(Che dirò?)

SANDRINA, ARMINDA, RAMIRO, IL CONTINO

Ah che gran colpo è questo,
Qual fulmine funesto
Misera (misero) mi gelò?

IL CONTINO

(Son dubbioso, sbalordito,
Io non so se veglio o dormo,
D'esser stupido mi par.)

SANDRINA

(Son confusa, ho il cor smarrito,
È sì barbaro il dolore
Che mi forza a lacrimar.)

RAMIRO

(Che stupor, sono insensato,
Resto immobile, mi perdo,
Io non so che mai pensar.)

ARMINDA

(Che m'avvenne, cos'è stato,
Non comprendo più me stessa,
Parmi, oh Dio! di vaneggiar.)

SANDRINA, ARMINDA, RAMIRO, IL CONTINO

(ognun da sè, e restano tutti immobili)
(Sento l'alma in seno oppressa,
Non ho fiato da parlar.)

SCENA XIII

Il Podestà e detti.

IL PODESTÀ

Che silenzio! fan lunari.
Questa scena che vuol dire?
Via Sandrina, rispondete,
Miei signori, perchè tacete?
Su parlate, cosa c'è?

SANDRINA

(Che rispondo?)

IL CONTINO

(Io qui m'imbroglio.)

RAMIRO

(Son perplesso.)

ARMINDA

(Non ardisco.)

IL PODESTÀ

Non intendo, non capisco.
Ma la cosa non va schietta,
Non è liscia per mia fè!

RAMIRO e IL CONTINO

(Ramiro ad Arminda, Il Contino a Sandrina)
Tu sei quella?

SANDRINA, ARMINDA

(Sandrina al Conte, Arminda a Ramiro)
Tu sei quello?

SANDRINA, ARMINDA, RAMIRO, IL CONTINO, IL PODESTA’

Ah che gira il mio cervello,
Va balzando qua e là.

(Partono Sandrina e il Conte da una parte, Arminda e Ramiro dall'altra, resta solo il Podestà che fa atti di meraviglia.)

SCENA XIV

Il Podestà, poi Serpetta e Nardo.

IL PODESTÀ

Che tratto è questo,
che stravaganza,
Senza rispetto,
senza creanza
Lasciarmi solo
com'un ridicolo!

Li mando tutti
Li mando al diavolo,
Metto da parte
il grado, il titolo,
Il nepotismo,
la nobiltà.

(Va per partire ed è fermato da Serpetta.)

SERPETTA

Oh mi rallegro,
caro signore,
La giardiniera
con il Contino
Fanno l'amore
qui nel giardino
Con tutta pace,
con libertà.

IL PODESTÀ

E dove sono...
la gelosia...

(Va per partire ed è fermato da Nardo.)

NARDO

Non gli credete,
quest'è bugia,
Quest'è un compendio
di falsità.

SERPETTA

Se con quest'occhi,
con quest'orecchie
Non osservata
l'ho visti e intesi.

NARDO

Sono menzogne
troppo palesi.

IL PODESTÀ

Voglio chiarirmene.

SERPETTA e NARDO

Venite qua. (ognun lo tira a sè)

SERPETTA

Costui mentisce.

NARDO

Costei v'inganna.

IL PODESTÀ

Saziati pur,
sorte tiranna.
Ecco burlato,
ecco tradito
Un uomo celebre,
un Podestà.

SERPETTA, IL PODESTA’, NARDO

Or or vedremo,
lo scopriremo
E chi mentisce
la pagherà.

(Partono.)

SCENA XV

Sandrina e il Contino, poi il Podestà, Serpetta e Nardo in osservazione da una parte; Arminda e Ramino dall'altra.

SANDRINA

(al Conte)
Ma voi, che pretendete,
Da un'infelice, oh Dio!
Arminda non son io,
Il vostro dolce amor.

IL CONTINO

(a Sandrina)
Ah per pietà parlate,
Via ditemi carina,
Voi siete Violantina,
Regina del mio cor.

SERPETTA

(al Podestà, accennando Sandrina ed il Conte)
Vedete quante smorfie
Gli fa quella fraschetta.

IL PODESTÀ

Lo vedo, ah maledetta,
La voglio subissar.

NARDO

(Il conte? oh che disdetta!
Potessi rimediar.)

SANDRINA

Voi siete in grand’errore.

IL CONTINO

(Ah questo è un gran stupore.)

ARMINDA

Da un perfido burlata
Dovrò così restar.

RAMIRO

(ad Arminda)
È poco a un'alma ingrata
Avvezza ad ingannar.

SANDRINA

(risoluta al Conte)
Barbaro senza fede
È questa la mercede
Del mio costante amor?
Misero, in che mancai,
Dimmi che feci mai,
Perfido traditor!

IL CONTINO

Si, che l'ingrato io sono;
Idolo mio, perdono, (s'inginocchia)
Cara Violante bella...

SANDRINA

Eh non son io già quella,
Violante la meschina
Diceva pur così,
Ma oh Dio! ch'ella morì. (Stando il Conte in quell'atto vien sorpreso da tutti.)

NARDO

Rispondete!

ARMINDA

Seguitate!

RAMIRO

Signor Conte!

SERPETTA

Non tremate!

NARDO

(Non so come finirà.)

SANDRINA

(Pur convien ch'io soffra e taccia.)

IL CONTINO

(Già la sposa mi minaccia.)

SERPETTA, ARMINDA, RAMIRO, IL PODESTA’, NARDO

Che si dice, che si fa?

ARMINDA

(al Contino con ironia)
Amoroso mio Contino.

IL PODESTÀ

(a Sandrina con ironia)
Giardiniera semplicetta!

RAMIRO

(ad Arminda con ironia)
Mi consola, mi diletta.

SERPETTA

(a Sandrina come prima)
Che bel volto modestino!

SERPETTA, ARMINDA, RAMIRO, IL PODESTA’, NARDO

Su godete, cari amanti.
Regni in voi la bella pace.
Scenda amor colla sua face
Ed accenda il vostro cor.

SANDRINA, IL CONTINO

Ah che solo io son capace
Di tormento e di dolor.

ARMINDA

(al Conte con sdegno)
Perfido! Indegno,
Vorrei strapparti
Dal petto il core.

RAMIRO

(ad Arminda)
Ma tanto sdegno,
Tanto furore
Non so capir.

IL PODESTÀ

(a Sandrina con rabbia)
Voglio esiliarti,
Donnetta ingrata.

SERPETTA

(a Sandrina)
Vorrei sbranarti,
Brutta sguaiata.

NARDO

(lo resto estatico,
Non so che dir.)

SANDRINA

Che pena barbara,
che crudo affanno!
Mi sento oppressa
da un duol tiranno,
Non so rispondere,
non so parlar.

IL CONTINO

Che giorno critico
Inaspettato!
Tra questa e quella
sono imbrogliato,
Non si risolvere,
non so che far.

TUTTI

Che smania orribile!
Non ho ricetto,
L'ira, la collera
ch'io sento in petto,
Non so reprimere,
non so frenar.

FINE DELL' ATTO PRIMO

ATTO SECONDO

SCENA I

Atrio del palazzo del Podestà. Ramiro e Arminda.

Recitativo
RAMIRO

Non fuggirmi spietata,
Ingratissima donna, arresta il passo.

ARMINDA

Che ardire è il tuo, che vuoi,
Che pretendi da me?

RAMIRO

Barbara, infida,
Che pretendo, che voglio?
Ed hai cor di mirarmi?
Se immaginar potea, che tu nipote
Fossi del Podestà, no, non avrei,
A te data la pena
Di vedermi e arrossir.

ARMINDA

Ma se la sorte
Tua non mi vuol...

RAMIRO

Troppo leggier pretesto:
Il tuo fasto, l'orgoglio,
E l'ambizion t'indusse
A lasciar l'amor mio; ma il ciel, spergiura,
Che mille volte in testimon chiamasti
Di tue promesse, il cielo
Farà le mie vendette.

ARMINDA

Olà, che troppo
Or t'avanzi con me; sì, lo confesso,
Ti tradii, t'ingannai;
Conosco il fallo mio,
Ma non so detestarlo; è troppo bello
Il mio Contino...

RAMIRO

Ah frena
Gl'accenti, audace, e non vantarmi in faccia
L'odiato rival; no, non godrai
De' torti miei, che quell'indegno core
La vittima sarà del mio furore.

(Parte.)

ARMINDA

Eppur mi fa pietà; comprendo appieno,
Che mi sgrida a ragion; ma no, che all'arco
Non ritorna lo stral; son nell'impegno
Di sposare il Contino,
Sarà questo un capriccio, oppur destino.

SCENA II

Il Contino Belfiore, Arminda.

Recitativo
IL CONTINO

(agitato senza accorgersi di Arminda)
Ah che son disperato!
Dacchè vidi Sandrina non ho pace.
Non so più che mi fare...
La voglio ritrovare... da per tutto
L'ho cercata finora... (Smaniando s'incontra con Arminda alla quale s’inchina.)
Adorata signora...

ARMINDA

Piano, piano,
Ditemi, son curiosa di sapere
Chi sia colei, che ricercando andate?

IL CONTINO

(si va scostando)
Dirò...

ARMINDA

Non vi scostate.

IL CONTINO

Venni... ma mi credea...
(Bisogna usar franchezza.)
Voi ricercavo, oh bella...

ARMINDA

Ma sentite.

IL CONTINO

(si va sempre scostando)
(Costei mena le mani.) Dite, dite!

ARMINDA

Ma non posso in distanza.

IL CONTINO

Anima mia,
Smanio, moro per voi.

ARMINDA

Taci burgiardo,
Va a' piedi di colei...

IL CONTINO

Ma udite almeno
Il fatto come sta...

ARMINDA

Che dir potrai?
« Dacchè vidi Sandrina non ho pace... » (con ironia agitata)
Perfido, e in faccia mia?
Nel giorno istesso, oh Numi,
Che meco unir si deve
Mi tradisce così, così m'inganna
Un'amante infedel? sorte tiranna!

No. 13 Aria

Vorrei punirti indegno,
Vorrei strapparti il core,
Ardo nel sen di sdegno,
Ma mi trattiene amore,
Che sospirar mi fa.
Questa mercede, ingrato,
Tu rendi all'amor mio?
Ah! mi confondo, oh Dio,
Fra l'ira e la pietà.

(Parte.)

SCENA III

Il Contino, poi Serpetta.

Recitativo
IL CONTINO

Ah costei non è donna,
È un demone, una furia,
Se non mostravo spirito...

SERPETTA

Signore...

IL CONTINO

(alla venuta di Serpetta, il Contino s'intimorisce)
Oimè...

SERPETTA

Che cosa è stato?

IL CONTINO

Niente, niente,
Stavo sopra pensiero.

SERPETTA

Vorrei dirvi,
Se mi date il permesso,
Che vidi poco fa la vostra posa,
Che pareva una fiera scatenata,
Minacciava vendetta
Contro di voi.

IL CONTINO

Ma presto
Gli passerà la collera.

SERPETTA

Eh non dite così. Voi non sapete
Che bestie sien le donne
Quando sono sdegnate; io vi consiglio
D'andar tosto da lei tutto sommesso,
Chieder scusa del fallo,
E baciargli la man.

IL CONTINO

Chi lo comanda?

SERPETTA

L'ubbidienza, il rispetto,
Ch'esigono le donne,
Il dovere, la moda...

IL CONTINO

Eh va in malora
Tu, la moda, il dover, la sposa ancora.

(Parte)

SCENA IV

Serpetta, poi Nardo.

Recitativo
SERPETTA

Quanto lo compatisco; aver che fare
Con una donna strana...

NARDO

Mia vezzosa Diana, perdonate
Se a voi sono importuno:
Ha sempre il cor gentile
Una donna ch'è bella.

SERPETTA

O bella, o brutta,
lo non sono per voi.

NARDO

S'io morissi però?

SERPETTA

Non piangerei.

NARDO

Dunque vado a morir.

SERPETTA

Buon viaggio a lei.

NARDO

Or ben, giacché vi scorgo
Più dura d'uno scoglio,
E sorda più d'un aspide... Mirate, (cava un coltello e fa mostra di ferirsi.)
Trattenetemi il colpo...

SERPETTA

Fate, fate.

NARDO

E pur non ho coraggio
Di darvi un tal disgusto.

SERPETTA

V'ingannate davver, ci avevo gusto.

NARDO

Dite ciò che volete,
Questo vostro disprezzo
Sempre più m'innamora, e accresce il foco.

SERPETTA

Mi par, che a poco a poco
Cominciate a piacermi.
(Voglio farlo impazzir.)

NARDO

Dite da vero?
O mi burlate? (allegro)...
Cara, che contento
Io più non sono in me... corpo di Giove,
Costei m'ha imbalsamato,
Mi par d'essere un altro.

SERPETTA

Or ben, sentite:
Io v'amerò, ma voglio
Che mi veniate avanti
Con un'aria smorfiosa appassionata:
La mano dritta al petto
Strisciando il piede all'uso forestiero: (Nardo procura far tutto ciò che dice Serpetta.)
Su via, da bravo, a voi, presentatevi;
Fatemi degl'inchini,
Dritto, brillante, snello.

NARDO

(Tutto m'induce a far quel viso bello.)

No. 14 Aria

Con un vezzo all'Italiana
Vi dirò che quel visetto (amoroso)
M'ha infiammato il core, il petto,
Che languire ognor mi fa. (Serpetta fa segno che non gli piace affettato.)
Non vi piace, non va bene?
Via, proviamo alla Francese:
Ah madama... eccomi qui.
Oh neppur va ben così?

Su vediamo un po' all'Inglese:
Ah mio ben, dite di si. (Serpetta come sopra)

Maledetta indifferenza
Mi fa perder la pazienza:
Qui non serve alla Francese,
Non capacita l'Inglese,
Non gli piace all'Italiana:
Oh che umor, che donna strana,
Io mi perdo in verità.

(Parte.)

Recitativo
SERPETTA

Costui mi dà piacere, sarebbe bella
Che così non volendo
Avesse a innamorarmi; ma che dico,
Che mi viene in pensiero?
È cugino a Sandrina; ah non fia vero.

(Parte.)

SCENA V

Sandrina, poi il Contino, finalmente il Podestà in osservazione.

SANDRINA

Che strano caso è il mio!
Trovar l'amante
Ed essere in procinto
di perderlo per sempre!
Pronto a sposare Arminda... eh s'abbandoni
Un crudele ingrato
che mi trafisse... oh Dio! Se fu un trasporto
Di gelosia, e se mi crede estinta
Condannarlo potrò? Con troppo forza
Mi parla amor per lui; si cerchi solo
di frastornar le nozze;
È ver, potrei svelarmi,
Ma non è tempo... ei viene... ah qual tumulto
Provo nel sen allor che m'è vicino.

IL CONTINO

Maledetto destino!
Ecco contro mia voglia son costretto
Chieder scusa ad Arminda...
Ma qui la giardiniera?... Ah questa è lei,
Questa è certo Violante...
Gl'occhi, la grazia, il brio... eh non m'inganno
Tutta, tutta assomiglia...

SANDRINA

Signor, qual meraviglia,
Cosa vedete in me?

IL CONTINO

Veggo l'immagine
D'una tenera amante...

SANDRINA

Ed io ravviso un barbaro incostante.

IL CONTINO

Come?... Perchè...
(L'ho detto:
È lei in carne e in ossa.)

SANDRINA

Perfido, non rammenti
Quant'io già piansi un giorno
E sospirai per te, quanto piangesti
Tu per me, e sospirasti!

IL CONTINO

È vero, è ver, ma il caso...

SANDRINA

Dimmi, barbaro mostro, qual delitto
Punisti in me? oh Dio! tu senza colpa
Mi trafiggi, m'uccidi,
Innocente mi scorgi, eppur mi lasci
Misera desolata... (piange.)

IL CONTINO

Oimé! che sudo,
Dimmi, dimmi, tu vivi...
Ma come in queste vidi,
Mia cara marchesina...

SANDRINA

Così disse morendo la meschina.

IL CONTINO

Ella dunque morì?

SANDRINA

Meglio di voi
Chi può saperlo?

IL CONTINO

(Io certo non capisco;
Ma quei moti, quegl'atti... è tutta lei.
Non ne perde un capello.)

SANDRINA

Or via partite,
Che volete da me? Se viene Arminda, miseri noi.

IL CONTINO

(intimorito)
Dov'è... parto, si parto... (s'incammina e poi si trattiene guardandola)
Oimè! par che non possa
Di qui movere il piè... per simpatia.
Deh fate almen, che in quegl'occhietti vaghi...

SANDRINA

A chi parlate?

IL CONTINO

A voi, mio sol, mia luna,
Mia cometa brillante,
Che avete il viso della mia Violante.

No. 15 Aria

Care pupille belle,
Volgete un sguardo a me.
Ah se voi siete quelle
Che delirar mi fate... (Sandrina mostra sdegnarsi e lo sollecita a partire)

Parto, non vi sdegnate, Che barbaro rigor.

(Il Podestà sta in osservazione ed avvicinandosi Sandrina lo vede e si scosta ed in luogo di Sandrina entra il Podestà e mentre il Contino timoroso vuol prendere la mano di Sandrina, prende quella del Podestà)

Ma nel partir, carina,
Vorrei, se m'è permesso,
Baciar quella manina
Per segno del mio amor.
Oh che manina tenera,
Io me ne vado in cenere,
Dolcissima mia Venere. (al Podestà)
Padrone stimatissimo,
Gli son buon servitor.
(Destin maledettissimo,
Mancava questo ancor.)

(Parte.)

SCENA VI

Il Podestà e Sandrina.

Recitativo
IL PODESTÀ

(verso la parte dove é entrato il Conte)
Va Conte disgraziato,
Voglio che paghi il fio... (a Sandrina adirato)
Indegna sfacciatella, che ti pare?
A un uom della mia sorte,
A un padrone che t'ama...

SANDRINA

Oh Dio! che a torto,
Signor, mi strapazzate.

IL PODESTÀ

Come a torto s'io vidi...

SANDRINA

V'ingannate.

IL PODESTÀ

Perché dunque con me fai la ritrosa,
Sei tanto schizzinosa?

SANDRINA

(tenera)
Mio caro padroncino... ah se sapeste
Quanto sono infelice.

IL PODESTÀ

Non temer idol mio,
Vieni con me...
(Più non resisto) ah cara,
Tu sei l'amato oggetto,
Che il cor... non so che dir... io non connetto.
Andiamo.

SANDRINA

Perdonate,
lo non deggio, non posso.

IL PODESTÀ

Come, come? Perché?

SANDRINA

(risentita)
Perché non voglio; al fine...

IL PODESTÀ

Alfin tu sei
Una vil serva che innalzar procuro.

SANDRINA

Di così grand'onor io non mi curo.

IL PODESTÀ

Indegna; tanto ardir? Ad un par mio,
A un Podestà... cospetto! chi mi tiene
Di subissarti adesso?

SANDRINA

(risoluta)
E qual ragione,
Qual dritto avete voi
D'insultarmi così, di minacciarmi?
Da me che pretendete? Una donzella
Si tratta con rispetto,
Altrimenti sappiate,
Che ho spirto, ho petto, ho core… ah perdonate
Il trasporto, oh signor; lo so, lo vedo,
Che trascorse il mio labbro.
Ma scorgo ancora... si, già, il cor mel dice,
Che vi muove a pietade un'infelice.

No. 16 Aria

Una voce sento al core
Che mi dice pian pianino: (con tenerezza)
Il tuo caro padroncino
Tutto è pieno di bontà.
E in quel volto, in quegl'occhietti
Che pur sembran sdegnosetti
Vi si scorge la pietà.

Ah mi fugge, non m'ascolta,
Già divien con me tiranno;
Dalla smania, dall'affanno
Io mi sento lacerar.

Fanciullette che m'udite,
Se pietà di me sentite,
Una figlia sventurata,
Infelice, abbandonata,
Deh venite a consolar.

(Parte.)

SCENA VII

Il Podestà, poi Arminda, indi Ramiro con foglio.

Recitativo
IL PODESTÀ

Ah che son stato un sciocco!
È vergognosa, povera ragazza.
Ho fatto una gran forza
A trattenere il pianto.
La voglio seguitare... ah maledetta
La mia fortuna! Tutto
Congiura a danno mio...
Vo' veder di placarla...

ARMINDA

Signor zio,
Già pentito il Contino
D'avermi disgustata,
Sollecita i sponsali: in questo punto
Voglio dargli la mano.

RAMIRO

Signore, da Milano
Ma giunge adesso un foglio
D'un mio stretto parente, in cui mi acclude
Un'istanza formata
Al Regio Magistrato, e a voi rimessa
Per fa seguir l'arresto
D'un omicida che qui alberga, e questi
È il Contino Belfior, nol crederete?

IL PODESTÀ

Il Contino Belfiore?

RAMIRO

(gli dà il foglio)
Ecco leggete.

ARMINDA

Un sogno sarà questo.

RAMIRO

Purtroppo è ver: mi spiace,
Contessina gentil.
(Per vendicarmi
Che propizia occasione
Mi presenta la sorte!)

IL PODESTÀ

Eh ben, l'istanza
Asserisce che il Conte
Sia stato l'omicida
Della Marchesina Onesti...

ARMINDA

Eh non credete...

IL PODESTÀ

(ad Arminda)
Non tocca a voi, tacete
Che parla il Podestà... (a Ramiro)
Ma come reo
Si pretende il Contino? E dove sono
Le prove a un tal delitto?
(Ad ogni costo
Vo' veder di salvarlo.) Io non comprendo...

RAMIRO

(Lo comprendo ben io.) Signor pensate,
Che non dee la giustizia
Per qualunque ragion restar negletta;
Io vi lascio...

IL PODESTÀ

Ma pian, non tanta fretta;
Si potrebbe...
(Che imbroglio!)

ARMINDA

Eh, lasciate che parta.

RAMIRO

Si, me n'andrò, ma d'ogni vostro passo
Dame conto dovrete
Al Magistrato.

IL PODESTÀ

Or ben, venga il Contino;
Si sospendan le nozze; e s'egli è reo
Non vo' che un delinquente, un inquisito,
Abbia una mia nipote per marito.

No. 17 Aria

Una damina,
Una nipote,
Vistosa e nobile
Con buona dote
Voglio affogarla,
Precipitarla?

Il matrimonio
Sia per non fatto,
Or vado e subito
Guasto il contratto,
Questo far devesi,
Questo convien.

Sarei tacciato
Nell'Alemagna,
Avrei la critica
In Francia, in Spagna,

Cosa direbbesi
Nel mondo intero
D’un uomo celebre,
D’un cavaliero,
D'un letterato,
d'un Podestà, (ad Arminda)

Non ci pensate,
Non vi adirate,
Così ha da essere,
Così sarà.

(Parte.)

SCENA VIII

Arminda e Ramiro.

Recitativo
RAMIRO

Sappi Arminda, ben mio...

ARMINDA

Chiudi quel labbro
Perfido menzogner.

RAMIRO

T'inganni, io sono...

ARMINDA

Odioso agl'occhi miei.

RAMIRO

Dell'amor tuo...

ARMINDA

Non ne sei degno.

RAMIRO

Rammenta...

ARMINDA

No.

RAMIRO

M'ascolta...

ARMINDA

Ardo di sdegno.

(Parte.)

SCENA IX

Ramiro solo.

Recitativo
RAMIRO

Eppur dalla costanza
Ch'io serbo nel mio petto
Mi sento lusingar; non ingannarmi,
Oh speranza fallace,
A te fido il mio core e la mia pace.

No. 18 Aria

Dolce d'amor compagna,
Speranza lusinghiera,
In te quest'alma spera,
Tutta riposa in te.

Tu mi sostieni in vita,
Tu mi conduci in porto,
Oh amabile conforto
Di mia sincera fé.

(Parte.)

SCENA X

Sala. Il Podestà, Arminda, Serpetta, indi il Contino.

Recitativo
IL PODESTÀ

Credimi nipotina,
Io son fuori di me; se il Conte è reo
Che cosa avrò da far?

ARMINDA

A voi non manca
Maniera di salvarlo.

SERPETTA

Se volete,
Sol dipende da voi.

IL PODESTÀ

Questo va bene:
Ma se Ramiro intanto... ecco che viene. (vedendo venire il Contino siede.)

IL CONTINO

(al Podestà)
Signore, eccomi pronto (ad Arminda)
A voi corro, sposina... in tal momento
Tutto mi brilla il core... Oh che contento!
Salto per allegrezza,
E posso con franchezza vagheggiare
Quei vezzosetti rai...
Presto, presto la mano.

IL PODESTÀ

Olà, che fai? (grave e sostenuto)
Che forse non ravvisi
Il torbido sembiante
Di un giudice severo a te davante?

IL CONTINO

Sposa... sposa...

ARMINDA

Deh taci.

IL CONTINO

Mio Signore...

IL PODESTÀ

Silenzio.

SERPETTA

Non parlate.

IL PODESTÀ

Al giudice rispondi:
Chi sei, come ti chiami?

IL CONTINO

(timido)
Il Contino Belfiore... quello... il quale...
Cioè lo sposo...

IL PODESTÀ

Basta.
Dimmi, tu conoscesti
La Marchesina Onesti?

IL CONTINO

Che dirò?

ARMINDA

(piano al Contino)
Dì che non sai...

IL CONTINO

Non la conosco, oibò.

IL PODESTÀ

Ella vive?

IL CONTINO

No, signore.

SERPETTA

(piano al Contino)
Che dite?

IL PODESTÀ

Dunque è morta?

IL CONTINO

Non so... cioè... ma senta...

ARMINDA

(piano al Contino)
Niega, se vuoi salvarti.

IL PODESTÀ

È ver quel che si dice,
Ch'ella sia stata uccisa?

IL CONTINO

(Purtroppo è ver) ma sappia...
Signor sì... no, signore...

SERPETTA

(piano al Contino)
Non v'imbrogliate.

IL PODESTÀ

È pubblica la voce
Che tu quella uccidesti.

IL CONTINO

Oibò... l'amore...
Cioè la gelosia...
Fu casualità...

IL PODESTÀ

Non più.

ARMINDA

(Che sciocco!)

IL PODESTÀ

Conte, pensa a' tuoi casi; un tal delitto
A te viene imputato;
Se innocente tu sei
(Così l'intendo)
difenditi se puoi.

SCENA XI

Sandrina e detti.

SANDRINA

Io lo difendo.

IL CONTINO

Oh sorte!

ARMINDA

Oh buona!

SERPETTA

Oh bella!

ARMINDA

Forse la villanella...

SERPETTA

Qualche cosa saprà.

IL PODESTÀ

Che dir potrai
In sua difesa?

ARMINDA

Parla,
Sandrina mia.

SERPETTA

Dì pure,
Cara amica.

SANDRINA

Dal Conte
Cosa mai si pretende?
Di qual delitto è reo?

IL PODESTÀ

D'aver uccisa
La Marchesina Onesti.

SANDRINA

È una calunnia.
Ferita fu Violante
Ma non morì; ciascuno
Vegga Violante in me; sì, quella io sono,
Lode al cielo son viva, e gli perdono.

IL CONTINO

(con trasporto)
Ah lo dissi... mia cara...

IL PODESTÀ

Tu Violante?

ARMINDA

(a Sandrina deridendola)
Tu marchesa?

SERPETTA

Tu dama?

SANDRINA

Si, son'io, né mentisco...

IL PODESTÀ

(a Sandrina)
Ma, figlia mia, ti pare...
Con sì sciocco pretesto.

SANDRINA

Dite ciò che volete,
Ma ben presto vedrete
Con tante prove, e tante
Ch'io son la Marchesina Violante.

IL CONTINO

(Questa parla da vero... Oh che allegrezza...
Ah me lo dice il core
Che risalta giolivo.)

IL PODESTÀ

Il punto è sospensivo:
Si vada a consultare.
(Ma se perder dovrò Sandrina mia,
Ah ch'io certo farò qualche pazzia.)

(Parte.)

ARMINDA

Comincio a dubitar; ma o sia Sandrina,
0 sia Violante, in fretta
Or vado a meditar la mia vendetta.

(Parte.)

SERPETTA

Ancor'io me n’andrò,
Venga chi sa venire, io riderò.

(Parte.)

IL CONTINO

(a Sandrina)
Adorato mio bene...
Io più non capo in me... lascia, deh lascia
che al fin su quella mano io possa... (va per baciarle la mano)

SANDRINA

(lo rigetta)
Indietro.
Vi sognate.
Quella mi finsi solo per salvarvi
E mi prevalsi a tempo
Della gran somiglianza
Che diceste aver io
Colla morta Violante.

IL CONTINO

Una calda e una fredda; addio cervello.

SANDRINA

Andate pure, andate
Dalla vezzosa Arminda,
Dal vostro dolce amore;
Ella attende da voi la mano e il core.

(Parte.)

SCENA XII

Il Contino solo.

No. 19 Recitativo ed aria
IL CONTINO

Ah non partir... m'ascolta,
Oimè chi mi respinge... eh via, si vada...
Ma piano... il suol traballa,
Ed un'oscura nebbia
Mi va girando intorno,
È turbine, è tempesta, è notte, o giorno?

Arminda, Violante,
Uccider mi volete?
Ecco ferite pur... ma voi piangete?
Che serve questo pianto,
Voglio morir... ecco il tuono... ecco il fulmine,
Che mi piomba sul capo; oh ti ringrazio,
Giove amico, tu solo,
Tu mi rechi conforto;
Sposa, amici piangete, oimè! son morto.

Già divento freddo, freddo,
Trema il piè, s'arresta il sangue,
Manca il fiato, il cor già langue,
Più non reggo... oimè che caso!
Per la fronte e per il naso
Scorre un gelido sudor.

Ma pian piano, pur cammino,
Giro gl'occhi, e con diletto
Parmi udire qui vicino
Un soave ciufoletto,
Sarò forse ai Campi Elisi;
Potria darsi... si signor.

Zitto, zitto... il vento sibila.
Va strisciando l'aria intorno,
Veggo il sole, veggo il giorno,
Più non v'è da dubitar.

Che allegrezza; ancor ci sono,
Penso ancora, ancor ragiono:
Sì son vivo, il cor mi brilla,
Vo' godere e giubilar.

(Parte.)

SCENA XIII

Nardo, poi il Podestà e Ramiro, indi Serpetta.

Recitativo
NARDO

Oh poveretto me! la padroncina
Per tutto ho ricercata, e non si trova;
Ah, ch'io temo... chi sa... forse al Contino
Si sarà palesata... eh non può stare;
S'ella stessa mi diede ordine espresso
Di non scoprirmi a lui...
Ma qui gente ne viene, vo' celarmi
Se potessi indagare... (Si ritira e sta in osservazione.)

RAMIRO

(discorrendo col Podestà)
Deve però provare
Che Violante ella sia.

IL PODESTÀ

Questo s'intende;
Ma pur dal suo parlar libero e franco
Quasi scommetterei...

RAMIRO

E ben, qualora
Resterò persuaso...

SERPETTA

(finge di essere affannata)
Che accidente, che caso!
È fuggita Sandrina.

IL PODESTÀ

Oimè! che dici!

NARDO

(Fuggita, come mai!)

RAMIRO

Non mi capacito.

IL PODESTÀ

Ah non si perda tempo;
Si deve ritrovar, farò fracassi,
Precipizi, ruine...
Presto vadano tutti.

SERPETTA

Ma già siamo alla notte.

IL PODESTÀ

Oh notte, oh giorno,
Si mandi, si spedisca a ricercarla...
Eh no, che andrò in persona per trovarla.

(Parte con Ramiro.)

SCENA XIV

Serpetta e Nardo in osservazione.

Recitativo
SERPETTA

Va pur, ma questa volta
Ti strapperei i denti.

NARDO

(Potessi da costei
Ricavar qualche cosa.)

SERPETTA

Si credeva
La sciocca giardiniera
Con spacciarsi una dama
Metter tutti in scompiglio!
E Arminda con ragione
L’ha fatta trasportare
In un luogo remoto
Qui nel bosco vicino,
Pieno d'animalacci, e forse adesso
Qualche lupo affamato la divora.

NARDO

(Oimè che sento! al Conte in quest'istante
Vado a svelar... povera Violante!)

(Parte in fretta.)

SERPETTA

Da una parte mi spiace, ma dall'altra
Se l'è andata cercando; ed oggigiorno
Politica ci vuol, bisogna fingere,
Ed usar secretezza nell'amore,
Né dir giammai, quel che serbiam nel core.

No. 20 Aria

Chi vuol godere il mondo,
Lo lasci come sta.
Di niente mi confondo,
Lo prendo come va.

Lo so che una fanciulla
Dev'esser di buon cuore,
Andar sincera e schietta;
Ma ciò non serve a nulla
Cogl'uomini oggidì.

Bisogna essere accorta,
Mostrarsi indifferente,
Finger la modestina,
Fare la gatta morta,
Saperli lusingar.
Quand'ero ancor fanciulla,
Mamma mi diè la scuola,
La voglio seguitar.

(Parte.)

SCENA XV

Luogo deserto ed alpestre di antichi acquedotti in parte rovinati fra' quali vi è una grotta oscura praticabile. Sandrina timorosa e tremante, nell'atto che si vedono precipitosamente fuggire diverse persone, che l'hanno ivi lasciata.

No. 21 Aria
SANDRINA

Crudeli, oh Dio! fermate,
Qui sola mi lasciate...
Misera... chi m'aiuta,
Soccorso chi mi dà.
Ah Numi, son perduta,
Muovetevi a pietà.

Recitativo

Dove son! che m'avvenne!
Dunque son qui condotta,
Infelice, a morir! Numi pietosi,
Se vi muove il dolore, il pianto mio,
Deh guidate i miei passi...
Ma oh Dio! Per questi sassi,
Non so dove m’inoltro...
Dovunque il guardo giro, altro non vedo
Che immagini d'orrore, e solo io sento
Le voci del mio duol, del mio tormento.

No. 22 Cavatina

Ah dal pianto, dal singhiozzo
Respirar io posso appena:
Non ho voce, non ho lena,
L'alma in sen mancando va.

Recitativo

Ma qui niuno m'ascolta e niun si vede,
Ahi che vacilla il piede...
Manco lo spirto... oh Dei!
Odo strepito, e parmi
Veder tra quelle fronde
Un’orrido serpente,
Che coi sibili... oimè... dove mi celo,
Dove corro... che fo... quivi... mi sembra.
Ah non m'inganno... un antro,
In questo, sì, vedrò pur di salvare
Questa misera vita;
Assistetemi voi, oh Cieli, aita.

(Si ricovera dentro la grotta.)

SCENA XVI

Il Contino e Nardo, appoggiati l'un l'altro per il braccio, e detta, poi Arminda, indi il Podestà e Serpetta, finalmente Ramiro.

No. 23 Finale
IL CONTINO

Fra quest'ombre, o questo scuro,
Fra le spine, o fra li sassi,
Nardo mio, guida i miei passi,
Ch'io non so dove m’andar.

NARDO

Oh che tenebre, che orrore,
Camminiamo a poco a poco:
Esser qui dovrebbe il loco
Di poterla ritrovar.

SANDRINA

Parmi udire qui d’appresso
Un confuso mormorio:
Ah che sol la morte, oh Dio!
Può dar fine al mio penar.

ARMINDA

In quest'orrido deserto
Sarà certo capitato
Il Contino disperato,
La sua bella a ricercar.

IL CONTINO

Odo là qualche rumore.

SANDRINA

Voglio bene assicurarmi. (Si vanno accostando a poco a poco e si mettono in attenzione.)

NARDO

Voglio un poco più accostarmi.

ARMINDA

Sento gente in quella parte.

SANDRINA, ARMINDA, IL CONTINO, NARDO

Starò meglio ad ascoltar.

IL PODESTÀ

Camminando così al buio
Benché vada a passo lento,
Vo’ inciampando ogni momento
E dovrò precipitar.

SERPETTA

Sola, sola, piano, piano
Son venuta qui ancor’io
Per vedere il fatto mio
E potermi regolar.

IL CONTINO

Chi va là?

SANDRINA

Oimè meschina!

IL PODESTÀ

Chi s'avanza?

SERPETTA

Ah poverina!

NARDO

Date il passo.

ARMINDA

Ahi che terrore!

SANDRINA, SERPETTA, ARMINDA, IL CONTINO, IL PODESTA’, NARDO

Che sussurro, che rumore,
E nemmen posso scappar.

IL PODESTÀ

(ad Arminda credendola Sandrina)
Siete voi Sandrina mia?

ARMINDA

(al Podestà credendolo il Contino)
Sì son io.
(Quest'è il Contino.)

IL CONTINO

(a Serpetta credendola Sandrina)
Siete voi Sandrina amata?

SERPETTA

(al Contino credendolo il Podestà)
Si, son io.
(È il Podestà.)

NARDO

(a Sandrina)
Siete voi mia padroncina?

SANDRINA

Questo è Nardo, non pavento.

SANDRINA, SERPETTA, ARMINDA, IL CONTINO, IL PODESTA’, NARDO

Che piacere, che contento,
L'ho saputa (saputo) ritrovar.

RAMIRO

(verso la scena)
Qui fermate amici il piede,
Nascondetevi per poco
Che a suo tempo chiamerò.

IL PODESTÀ

Vien più gente.

ARMINDA

Che sventura!

IL CONTINO

Dia la voce!

SERPETTA

Che paura!

NARDO

Torni indietro!

SANDRINA

Ah cosa è questa.

RAMIRO

(entra, ad Arminda)
Ora il tutto scoprirò.

IL PODESTÀ

Via, partiamo.

ARMINDA

Eccomi pronta.

IL CONTINO

(a Serpetta)
Presto, andiam.

SERPETTA

Pronta son io.

NARDO

Che facciamo?

SANDRINA

Tremo, oh Dio!

SANDRINA, SERPETTA, ARMINDA, IL CONTINO, IL PODESTA’, NARDO

Ah vien meno il cor nel seno
E più reggere non sa.

RAMIRO

(verso la scena da dove apparisce un gran chiarore di faci accese)
Via correte, amici, a volo,
Su venite un poco qua.
Mi rallegro, mi consolo
Di sì gran felicità. (Tutti sorpresi, guardandosi con ammirazione.)

IL CONTINO

Qui Serpetta?

SERPETTA

Qui il Contino?

IL PODESTÀ

La nipote?

ARMINDA

Il Podestà?

TUTTI

Che sorpresa inaspettata,
Ah di noi che mai sarà!

ARMINDA

(al Podestà)
Eh v'ingannate,
io non son quella.

SANDRINA

(a Nardo)
Eh voi scherzate,
non son la bella.

SERPETTA

(al Contino)
Eh voi sbagliate,
non son già matta.

IL CONTINO, IL PODESTA’, NARDO

Bravi davvero
l'abbiamo fatta.
Né la potremo
più rimediar.

ARMINDA

(al Contino)
Ah, vile indegno,
ah, traditore,
Or or vedrai
la mia vendetta.

IL PODESTÀ

(a Sandrina)
Ah, donna barbara,
ingrato core,
Già nel mio seno
l'ira si desta.

SANDRINA

Oimè, vacilla,
gira la testa,
Parmi che il suolo
vada a mancar.

NARDO

(a Serpetta)
Fa ciò che vuoi,
quello ti sprezza.

SERPETTA

(a Nardo)
Questo non deve
premere a lei.

RAMIRO

(ad Arminda)
Perché, tiranna,
cotante asprezza.

ARMINDA

(a Ramiro)
Oggetto odioso
tu fosti e sei.

SANDRINA, IL CONTINO

S'offusca il cielo,
l'aria s'intorbida,
Io sudo e palpito,
agghiaccio e tremo,
E già comincio
a delirar.

SERPETTA, ARMINDA, RAMIRO, IL PODESTA’, NARDO

Ah che di stizza, di rabbia fremo,
E il cor mi sento tutto avvampar.

SANDRINA

Mio Tirsi, deh senti
le dolci sirene,
Con placido incanto
qui sciolgono il canto;
E in dolce riposo
ci fanno goder.

IL CONTINO

Ascolta, mia Clori,
la lira d'Orfeo,
De incanta le belve,
che muove le selve,
E arresta nell'onde rapito il nocchier.

SANDRINA, IL CONTINO

Che caro contento,
Che grato piacer.

IL PODESTÀ

(al Contino)
Mio signore, una parola,
Un duello di pistola
Favorisca d'accettar.

RAMIRO

(al Contino)
Mio signor, non se ne vada,
Un duello colla spada
Lei non deve ricusar.

ARMINDA

Deh per pietà, fermatevi. (Accorrono tutti.)

SERPETTA, NARDO

Che serve questo strepito?

RAMIRO, IL PODESTA’

Non posso più reprimere
Lo sdegno ed il furor.

SANDRINA

(freneticando)
Io son Medusa orribile.

IL CONTINO

(freneticando)
Io sono Alcide intrepido.

SANDRINA, IL CONTINO

Ninfe vezzose e placide,
Basta, non più rigor.

ARMINDA, IL PODESTA’

Ma che, voi delirate?

RAMIRO, NARDO

Chi sa che cosa dite.

SANDRINA

Largo, non v'affollate.

IL CONTINO

Olà, non m'impedite.

SANDRINA, IL CONTINO

Voi grate avrete flebili,
Temprate il grande ardor.

SERPETTA, ARMINDA, IL PODESTA’, NARDO

Usciti son di sesto,
Sono impazziti già.

RAMIRO

(ad Arminda)
Sol la cagion tu sei
Di tal fatalità.

SANDRINA, IL CONTINO

Quando finisce, oh Dei,
La vostra crudeltà.

SERPETTA, ARMINDA, RAMIRO, IL PODESTA’, NARDO

Che caso funesto,
Che gran frenesia;
Più strana pazzia
Chi mai può trovar.

SANDRINA, IL CONTINO

(sempre in pazzia)
Che giubilo è questo,
Che grata armonia,
Che bella allegria,
Vogliamo ballar.

FINE DELL' ATTO SECONDO

ATTO TERZO

SCENA I

Cortile. Serpetta e Nardo.

Recitativo
SERPETTA

Sentimi, Nardo mio,
Io te la dico schietta; agl’occhi miei
Tu non piacesti mai,
Ma pur chi sa.

NARDO

Potrò dunque sperare?

SERPETTA

Sì, sì, sperate pur, che non v'è male.

NARDO

Ah questa indifferenza
Mi farà disperar, sarò capace
Di far qualche sproposito;
che ti costa dirmi una parolina?
Deh non esser, carina,
Ostinata così.

SERPETTA

Oh non ti possi dir, né no, né si.

(Parte.)

SCENA II

Nardo, poi il Contino, indi Sandrina.

Recitativo
NARDO

Dovrò dunque languire...

IL CONTINO

(a Nardo, fermandolo)
Olà, olà;
Dove, dove si va?

NARDO

Con chi l'avete?

IL CONTINO

(affettuoso)
Con te, con te, mio bene, anima mia.

NARDO

(0imè, gli dura ancora la pazzia.)

IL CONTINO

Caro bene adorato...

NARDO

(si allontana)
Adagio un poco.

IL CONTINO

Ah Venere, mio Nume;
Io son Mercurio alato. (Lo segue.)

NARDO

Avete voi sbagliato...
(Oh brutto imbroglio...
Se potessi fuggir...)

IL CONTINO

Oimè!

NARDO

Ch’é stato?

IL CONTINO

In ciel mi son scordato il caduceo.

NARDO

Subito vado a prenderlo... (va partire in fretta ed è fermato da Sandrina.)

SANDRINA

T’arresta.
Non fuggirmi, idol mio, che non ravvisi
La tua fedele amante;
La bella Erminia fra l'ombrose piante?

NARDO

(Oh poveretto me! Sandrina ancora
Seguita a delirar.) Ma voi che dite?

SANDRINA

Presto la mano, oh caro;
Voglio sposarti adesso.

NARDO

Oh questa è buona affé.
(Qui con costoro divengo pazzo anch'io.
Me la vorrei sfilar.) (al Conte)
Signor Mercurio, (a Sandrina)
Signora Erminia, presto,
Osservate... vedete...
Di là, di là... oh che gran bella cosa! (accennando in aria)
Di qua, di qua... che cosa portentosa!

No. 24 Aria e duetto
NARDO

(al Conte, che guarda in aria)
Mirate che contrasto
Fa il sole con la luna. (A Sandrina, come sopra)
Vedete ad una, ad una
Le stelle innamorate,
(Vorrei partir di qua).
Adesso viene il bello,
Comincia ora il duello;
S'afferrano, s'azzuffano,
S'affollano, si pigliano,
(Sono incantati già).
Che strepito, che chiasso,
Che bel piacer, che spasso!
(Che bel fuggir sarà).

(Fugge via.)

IL CONTINO

Da bravi seguitate.

SANDRINA

Forti, non vi lasciate.

IL CONTINO

(guarda in aria, spaventato)
La luna; oimè precipita.

SANDRINA

(spaventata)
Oimè le stelle cadono!

SANDRINA, IL CONTINO

Aiuto... e dove sta?
Che turbine si desta,
Che tuoni, che tempesta,
Aiuto per pietà.

(Partono.)

SCENA III

Il Podestà, indi Serpetta.

Recitativo
IL PODESTÀ

Oh, l'ho pensata bene;
Son uomo di giudizio, e son legale.
Voglio toglier da casa ogn’imbarazzo;
Il Contino, ch’è pazzo,
Vada dove gli piace; Arminda poi
Sarà venuta invano,
Ed a Sandrina mia darò la mano.

SERPETTA

Avete fatto il conto senza l'oste.

IL PODESTÀ

L'ho fatto a modo mio,
Né tu ci devi entrar; ma si può dare
Più insolente ragazza?

SERPETTA

Dite ciò che volete,
Strapazzatemi pure, bastonatemi;
Ma guardatemi almeno, e ricordatevi
Che mi diceste un giorno
Di far la sorte mia.

IL PODESTÀ

Altri tempi, altre cure.

SERPETTA

L'amor, che tante volte...

IL PODESTÀ

Dovresti vergognarti;
Parlar sempre d'amore,
Sempre l'amore in testa; a una zitella
È cosa vergognosa.

SERPETTA

Oh questa è bella;
Alfin, che male c'è, se faccio anch'io
Quel che fan l'altre donne, padron mio?

(Parte.)

SCENA IV

Il Podestà, indi Arminda e Ramiro da diverse parti.

Recitativo
IL PODESTÀ

Vedete che sfacciata,
Che ciarliera insolente! Oh che grand'uomo
Fu colui certamente,
Che scrisse delle donne,
Che o poco, o assai son tutte...

ARMINDA

Signor zio,
Voglio da voi dentr'oggi
Il mio Contino...

IL PODESTÀ

Bene.

RAMIRO

Signor, da voi dentr'oggi
Bramo Arminda in consorte.

IL PODESTÀ

Meglio.

ARMINDA

D'una nipote
Voi scorgete l'affanno.

RAMIRO

D'un amico
Voi vedete il dolore.

ARMINDA

Stabilito è il contratto.

RAMIRO

Me ne diè la parola.

IL PODESTÀ

Oh questa è bella...

ARMINDA

Il Contino... credete...

RAMIRO

La nipote... sappiate...

IL PODESTÀ

Ma diavol vi quietate.

ARMINDA

Voi dovete obbligarlo...

RAMIRO

Costringerla dovete...

ARMINDA

Ascoltate...

RAMIRO

Sentite...

IL PODESTÀ

Più non posso soffrir...

ARMINDA

Presto...

RAMIRO

Che dite?

No. 25 Aria
IL PODESTÀ

(a Ramiro)
Mio padrone, io dir volevo,
Che la cosa... adagio un poco... (ad Arminda)
Mia signora, io non credevo...
Ma lasciatemi parlar. (a Ramiro)
La nipote, sappia lei... (ad Arminda)
Il Contino, non vorrei...
Senta un poco in cortesia...
Io dirò, nipote mia...
Questa è cosa da crepar. (ad Arminda)
Lei si prenda il suo Contino, (a Ramiro)
Lei si sposi la nipote;
Faccia lei quel che gli pare,
Lei mi lasci d'inquietare,
Che vergogna, che insolenza!
È una vera impertinenza,
Non mi state più a seccar.

(Parte.)

SCENA V

Arminda e Ramiro.

Recitativo
ARMINDA

Ramiro, orsù, alle corte; da una donna
Che ti sprezza e non t'ama, che mai speri?

RAMIRO

Che ti sovvenga alfine,
Del mio affetto sincero,
Delle promesse tue.

ARMINDA

Si, tutto è vero,
Di rimproveri adesso
Non è più tempo; ascolta il mio consiglio:
Giacché non posso amarti,
Scordati pur di me, soffrilo e parti.

RAMIRO

Per compiacerti appieno:
Già m'involo, oh crudel, da' sguardi tuoi,
Pentita forse un dì.

ARMINDA

Fà ciò che vuoi.

(Parte.)

SCENA VI

Ramiro.

Recitativo
RAMIRO

E giunge a questo segno
La tua perfidia ingrata!
Dimmi, barbara donna, iniquo mostro
Di crudeltà, di qual delitto è reo
Questo povero cor? Ah, che la rabbia
M'impedisce il respiro.
E sento nel mio petto,
Odio, sdegno, furor, ira e dispetto.

No. 26 Aria

Va pure ad altri in braccio,
Perfida donna ingrata,
Furia crudel spietata,
Sempre per te sarò!

Già misero mi vuoi,
Lontan dagl'occhi tuoi;
Misero morirò.

(Parte.)

SCENA VII

Giardino. Sandrina e il Contino dormendo, uno da una parte, ed uno dall'altra, che al suono di dolce sinfonia si vanno svegliando.

No. 27 Recitativo e duetto
SANDRINA

(con stupore)
Dove mai son!

IL CONTINO

Dove son mai!

SANDRINA

Mi sembra
D'aver qui riposato.

IL CONTINO

Mi par d'aver dormito.

SANDRINA

E in questo vago e bello
Ameno praticello,
Chi mi condusse?

IL CONTINO

E in questa
Deliziosa pianura,
Chi mai mi trasporto? Sogno o son desto?

SANDRINA

S'io vaneggio non so, che incanto è questo! (Si accorgono una dell'altro.)

IL CONTINO

Ma, che veggio?

SANDRINA

Che miro?

IL CONTINO

(con trasporto)
Ah, mia cara... mio bene...

SANDRINA

(lo discaccia)
Ti scosta.

IL CONTINO

Oimè! (Si ritira intimorito, poi torna ad accostarsi.)

SANDRINA

Chi cerchi?

IL CONTINO

(Peggio, peggio.)
Tu Violante non sei?

SANDRINA

Si, Violante son io;
Ma se cerchi la bella,
La tua sposa gentil, io non son quella.

IL CONTINO

Mi protesto, lo giuro...

SANDRINA

Oh, non ardisco
A una dama sì degna
Gli affetti a contrastar; fra poco anch'io
Del Podestà diverrò sposa; addio.

(Vuol partire.)

IL CONTINO

Sentimi... dove vai?
Dunque, nell'atto istesso,
In quel dolce momento, in cui ti trovo;
lo perderti dovrò? no, non fia vero,
0 sarò teco a lato,
O mi vedrai morir da disperato.
Tu mi lasci?
(Oh fiero istante!)
Idol mio, mio dolce amore;
Ah, non sai che questo core
Già si sente, oh Dio! mancar.

SANDRINA

Sì; ti lascio, ingrato amante;
Per te il cor non vive in pene,
Non son io l'amato bene,
E ti deggio abbandonar.

IL CONTINO

Dunque vado.

SANDRINA

Vado anch'io.

SANDRINA, IL CONTINO

Ah perché m'arresto, oh Dio!
Perché il piè tremando va.

IL CONTINO

Signora, si contenti,
Che in segno di rispetto
Le baci almen la mano.

SANDRINA

Oh scusi, nol permetto,
Non voglio complimenti;
Vada di qua lontano.

IL CONTINO

Pazienza, ma se poi
Noi più non ci vedremo...

SANDRINA

Eh no, pensate voi;
Forse c'incontreremo.

SANDRINA, IL CONTINO

Coraggio, si risolva,
si vada via di qua. (Risolutamente vanno alla punta della scena, e poi si fermano.)

IL CONTINO

(torna indietro)
Lei mi chiama?

SANDRINA

Signor no.
Lei ritorna?

IL CONTINO

(fermandosi)
Oibò, oibò.

SANDRINA

(torna indietro)
Vo cedendo, piano, piano.

IL CONTINO

Va calando, a poco a poco!

SANDRINA, IL CONTINO

Ah più reggere non so/può. (Si vanno accostando a poco a poco.)

IL CONTINO

M'avvicino...

SANDRINA

Non saprei...

IL CONTINO

Io m'accosto...

SANDRINA

Non vorrei...

IL CONTINO

Vado...

SANDRINA

Resto...

SANDRINA, IL CONTINO

Cosa fo?
Alme belle innamorate,
Dite voi, che amor provate,
Se resister più si può?

Cari affanni, care pene,
Cara destra del mio bene,
Dal piacere, dal contento,
Già mi balza in petto il cor.

(Partono.)

SCENA VIII

Il Podestà, Arminda, Ramiro e Serpetta, indi Nardo, finalmente Sandrina e il Contino.

Recitativo
IL PODESTÀ

Ma nipote, mia cara,
Non mi seccate più; che posso farvi
Nello stato presente?

NARDO

Signori, allegramente;
Son guariti li pazzi,
E appena sono in senno ritornati,
Che in pace e in allegria si son sposati.

IL PODESTÀ

Che dici?

ARMINDA

Oh tradimento!

RAMIRO

Oh che gran sorte!

SERPETTA

Mi son tolta una spina.

IL CONTINO

Ecco la mia sposina,
Ecco la mia Violante.

IL PODESTÀ

Come?

SANDRINA

Cessi ogni dubbio
Dell'esser mio; cangiai (accennando Nardo)
Con Roberto, mio servo, e nome e stato:
Né volli mai svelarmi,
Sol per far col mio sposo
Una dolce vendetta.

ARMINDA

Marchesina,
Vi prego a perdonarmi; io son la rea;
Io vi tramai la morte...

SANDRINA

Non più, amica,
cessate, e un caro abbraccio
Conoscer vi farà l'affetto mio.

ARMINDA

Se piace al signor zio:
Il fedele Ramiro...

SERPETTA

Anch'io se si contenta
Vorrei...

IL PODESTÀ

Bene, ho capito; (ad Arminda)
Vostro sposo è Ramiro; (a Serpetta)
E tuo sia Nardo.

IL CONTINO

Oh bravo.

RAMIRO

Di più bramar non so.

NARDO

Questo è piacere.

IL PODESTÀ

Goda chi vuol godere,
Si sposi pur chi vuole,
Ch'io pur mi sposerò,
Quando un'altra Sandrina troverò.

SANDRINA

Sarà memore ognora, e in ogni stato,
Della vostra bontà, del vostro core;
La finta giardiniera per amore.

No. 28 Finale, coro
TUTTI

Viva pur la Giardiniera,
Che serbò fedele il core.
Viva il Conte, viva amore,
Che fa tutti rallegrar.

FINE DELL'OPERA

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