Wolfgang Amadé Mozart

Il dissoluto punito, ossia il Don Giovanni (K 527)

Dramma giocoso i två akter. Libretto: Lorenzo da Ponte (1749-1838). Uruppförande på Nationalteatern i Prag 29 oktober 1787.

Roller

Don Giovanni, lastbar ung ädling (baryton)
Leporello, Don Giovannis tjänare (bas)
Donna Anna, en adelsdam från Sevilla (sopran)
Don Ottavio, Donna Annas trolovade (tenor)
Donna Elvira, en adelsdam från Burgos (sopran)
Zerlina, en bondflicka (sopran)
Masetto, hennes brudgum (bas)
Kommendören, Donna Annas fader (bas)
Bondfolk. Tjänare. Musikanter. Avgrundsandar

Orkester

2 flöjter, 2 oboer, 2 klarinetter, 2 fagotter, 2 horn, 2 trumpter, 2 basuner, pukor, mandolin, violin I, violin II, viola, violoncell och kontrabas

ATTO PRIMO
Scena I
No. 1 Introduzione
Scena II
Scena III
No. 2 Recitativo e Duetto
Scena IV
Scena V
No. 3 Aria
No. 4 Aria
Scena VI
Scena VII
No. 5 Duetto e Coro
Scena VIII
No. 6 Aria
Scena IX
No. 7 Duettino
Scena X
No. 8 Aria
Scena XI
Scena XII
No. 9 Quartetto
Scena XIII
No. 10 Recitativo ed Aria
Scena XIV
No. 10a Aria
Scena XV
No. 11 Aria
Scena XVI
No. 12 Aria
Scena XVII
No. 13 Finale primo
Scena XVIII
Scena XIX
Scena XX
Scena XXI
Scena XXII
ATTO SECONDO
Scena I
No. 14 Duetto
Scena II
No. 15 Terzetto
Scena III
No. 16 Canzonetta
Scena IV
No. 17 Aria
Scena V
Scena VI
No. 18 Aria
Scena VII
No. 19 Sestetto
Scena VIII
Scena IX
No. 20 Aria
Scena X
No. 21 Aria
Scena XI
Scena XII
Scena XIII
Scena XIV
No 21b Aria
Scena XV
No 22 Duetto
Scena XVI
No 23 Recitativo ed Aria
Scena XVII
No 24 Finale
Scena XVIII
Scena XIX
Scena XX

ATTO PRIMO

Scena I

Giardino - Notte.

Leporello, con ferraiolo, passeggia davanti alla casa di Donn'Anna; indi Don Giovanni e Donn'Anna ed in ultimo il Commendatore.

(Leporello, entrando dal lato destro con lanterna in mano, s'avanza cauto e circospetto.)

No. 1 Introduzione
LEPORELLO

Notte e giorno faticar,
Per chi nulla sa gradir,
Piova e vento sopportar,
Mangiar male e mal dormir.
Voglio far il gentiluomo
E non voglio più servir...
Oh che caro galantuomo!
Vuol star dentro colla bella,
Ed io far la sentinella!
Voglio far il gentiluomo
E non voglio più servir...
Ma mi par che venga gente;
Non mi voglio far sentir.
(Si ritira)

(Don Giovanni esce dal palazzo del Commendatore inseguito da Donn'Anna; cerca coprirsi il viso ed è avvolto in un lungo mantello.)

DONNA ANNA

(Trattenendo Don Giovanni)
Non sperar, se non m'uccidi,
Ch'io ti lasci fuggir mai!

DON GIOVANNI

(sempre cercando di celarsi)
Donna folle! indarno gridi,
Chi son io tu non saprai!

LEPORELLO

(avanzandosi)
Che tumulto! Oh ciel, che gridi!
Il padron in nuovi guai.

DONNA ANNA

Gente! Servi! Al traditore!

DON GIOVANNI

Taci e trema al mio furore!

DONNA ANNA

Scellerato!

DON GIOVANNI

Sconsigliata!

LEPORELLO

Sta a veder che il malandrino
Mi farà precipitar!

DONNA ANNA

Come furia disperata
Ti saprò perseguitar!

DON GIOVANNI

Questa furia disperata
Mi vuol far precipitar!

IL COMMENDATORE

(con spada e lume)
Lasciala, indegno!

(Donn'Anna, udendo la voce del padre, lascia Don Giovanni ed entra in casa.)
Battiti meco!

DON GIOVANNI

Va, non mi degno
Di pugnar teco.

IL COMMENDATORE

Così pretendi da me fuggir?

LEPORELLO

Potessi almeno di qua partir!

DON GIOVANNI

Misero, attendi,
se vuoi morir!

(Si battono. Il Commendatore è mortalmente ferito)

IL COMMENDATORE

Ah, soccorso! son tradito!
L'assassino m'ha ferito,
E dal seno palpitante
Sento l'anima partir.

DON GIOVANNI

Ah, già cade il sciagurato,
Affannoso e agonizzante,
Già dal seno palpitante
Veggo l'anima partir.

LEPORELLO

Qual misfatto! qual eccesso!
Entro il sen dallo spavento
Palpitar il cor mi sento!
Io non so che far, che dir.

(Il Commendatore muore.)

Scena II
DON GIOVANNI

(sottovoce)
Leporello, ove sei?

LEPORELLO

Son qui, per mia disgrazia, e voi?

DON GIOVANNI

Son qui.

LEPORELLO

Chi è morto, voi o il vecchio?

DON GIOVANNI

Che domanda da bestia! Il vecchio.

LEPORELLO

Bravo, due imprese leggiadre!
Sforzar la figlia ed ammazzar il padre!

DON GIOVANNI

L'ha voluto, suo danno.

LEPORELLO

Ma Donn'Anna, cosa ha voluto?

DON GIOVANNI

Taci, non mi seccar, vien meco, se non
vuoi qualche cosa ancor tu!

LEPORELLO

Non vo'nulla, signor, non parlo più.

(alzando da terra la lanterna ed il mantello. Partono.)

Scena III

Don Ottavio, Donn'Anna e Servi con lumi.

DONNA ANNA

Ah, del padre in periglio
in soccorso voliam.

DON OTTAVIO

(con ferro ignudo in mano)
Tutto il mio sangue verserò, se bisogna.
Ma dov'è il scellerato?

DONNA ANNA

ln questo loco...
(vede il cadavere.)

No. 2 Recitativo e Duetto
DONNA ANNA

Ma qual mai s'offre, o Dei,
spettacolo funesto agli occhi miei!
II padre!... padre mio!... mio caro padre!...

DON OTTAVIO

Signora!

DONNA ANNA

Ah, l'assassino mel trucidò.
Quel sangue - quella piaga - quel volto,
tinto e coperto del color di morte -
ei non respira più -
fredde ha le membra -
padre mio!... caro padre!... padre amato!...
io manco... io moro.

(Sviene.)

DON OTTAVIO

Ah, soccorrete, amici, il mio tesoro!
Cercatemi, recatemi
qualche odor, qualche spirto. Ah! non tardate.
(Partono due servi.)
Donn'Anna! sposa! amica! II duolo
estremo la meschinella uccide.

DONNA ANNA

Ahi!

DON OTTAVIO

Già rinviene...
(ritornano i servi)
Datele nuovi aiuti.

DONNA ANNA

Padre mio!

DON OTTAVIO

Celate, allontanate agli occhi suoi
quell'oggetto d'orrore.
(Viene portato via il cadavere.)
Anima mia, consolati, fa core.

DONNA ANNA

(disperatamente)
Fuggi, crudele, fuggi!
Lascia che mora anchi'io
Ora che è morto, oh Dio!
Chi a me la vita die'!

DON OTTAVIO

Senti, cor mio, deh! senti;
Guardami un solo istante!
Ti parla il caro amante,
che vive sol per te.

DONNA ANNA

Tu sei!... perdon, mio bene -
L'affanno mio, le pene...
Ah! il padre mio dov'è?

DON OTTAVIO

Il padre? Lascia, o cara,
la rimembranza amara.
Hai sposo e padre in me.

DONNA ANNA

Ah! Vendicar, se il puoi,
Giura quel sangue ognor!

DON OTTAVIO

Lo giuro agli occhi tuoi,
Lo giuro al nostro amor!

A 2

Che giuramento, o dei!
Che barbaro momento!
Tra cento affetti e cento
Vammi ondeggiando il cor.

(Partono.)

Scena IV

Notte. Strada.

Don Giovanni e Leporello, poi Donn'Elvira in abito da viaggio.

Recitativo
DON GIOVANNI

Orsù, spicciati presto. Cosa vuoi?

LEPORELLO

L'affair di cui si tratta è importante.

DON GIOVANNI

Lo credo.

LEPORELLO

È importantissimo.

DON GIOVANNI

Meglio ancora. Finiscila.

LEPORELLO

Giurate di non andar in collera.

DON GIOVANNI

Lo giuro sul mio onore,
purché non parli del Commendatore.

LEPORELLO

Siamo soli.

DON GIOVANNI

Lo vedo.

LEPORELLO

Nessun ci sente.

DON GIOVANNI

Via!

LEPORELLO

Vi posso dire tutto liberamente?

DON GIOVANNI

Sì.

LEPORELLO

Dunque quando è così,
caro signor padrone,
la vita che menate
(all'orecchio, ma forte)
è da briccone.

DON GIOVANNI

Temeraio, in tal guisa...

LEPORELLO

E il giuramento?

DON GIOVANNI

Non so di giuramento. Taci, o chi'io...

LEPORELLO

Non parlo più, non fiato, o padron mio.

DON GIOVANNI

Così saremo amici. Or odi un poco:
Sai tu perchè son qui?

LEPORELLO

Non ne so nulla. Ma essendo l'alba chiara,
non sarebbe qualche nuova conquista?
Io lo devo saper per porla in lista.

DON GIOVANNI

Va la, che sei il grand'uom!
Sappi chi'io sono innamorato d'una
bella dama, e son certo che m'ama.
La vidi, le parlai; meco al casino
questa notte verrà...
(Viene dal fondo Donna Elvira.)
Zitto, mi pare
sentire odor di femmina...

LEPORELLO

(Cospetto, che odorato perfetto!)

DON GIOVANNI

All'aria mi par bella.

LEPORELLO

(E che occhio, dico!)

DON GIOVANNI

Ritiriamoci un poco, e scopriamo terren.

LEPORELLO

Già prese foco!

(Vanno in disparte)

Scena V

Donna Elvira e detti

No. 3 Aria
DONNA ELVIRA

Ah, chi mi dice mai
Quel barbaro dov'è,
Che per mio scorno amai,
Che mi mancò di fe?
Ah, se ritrovo l'empio
E a me non torna ancor,
Vo' farne orrendo scempio,
Gli vo' cavare il cor.

DON GIOVANNI

(piano a Leporello)
Udisti? Qualche bella dal vago
ahandonata. Poverina! Cerchiam di
consolare il suo tormento.

LEPORELLO

(Così ne consolò mile e ottocento).

DON GIOVANNI

Signorina...

Recitativo
DONNA ELVIRA

Chi è là?

DON GIOVANNI

Stelle! che vedo!

LEPORELLO

(O bella! Donna Elvira!)

DONNA ELVIRA

Don Giovanni!...
Sei qui, mostro, fellon, nido d'inganni!

LEPORELLO

(Che titoli cruscanti! Manco male che lo conosce bene!)

DON GIOVANNI

Via, cara Donna Elvira,
calmate quella collera... sentit...
Lasciatemi parlar...

DONNA ELVIRA

Cosa puoi dire, dopo azion sì nera?
In casa mia entri furtivamente. A forza d'arte,
di giuramenti e di lushinghe arrivi
a sedurre il cor mio;
m'innamori, o crudele!
Mi dichiari tua sposa, e poi, mancando
della terra e del ciel al santo dritto,
con enorme delitto
dopo tre dì da Burgos t'allontani.
M'abbandoni, mi fuggi, e lasci in preda
al rimorso ed al pianto,
per pena forse che t'amai cotanto!

LEPORELLO

(Pare un libro stampato!)

DON GIOVANNI

Oh, in quanto a questo, ebbi le mie
ragioni.
(a Leporello, ironicamente)
È vero?

LEPORELLO

È vero.
E che ragioni forti!

DONNA ELVIRA

E quali sono,
se non la tua perfidia,
la leggerezza tua? Ma il giusto cielo
volle ch'io ti trovassi,
per far le sue, le mie vendette.

DON GIOVANNI

Eh via!
siate più ragionevole!... (Mi pone
a cimento costei!). Se non credete
a labbro mio, credete
a questo galantuomo.

LEPORELLO

(Salvo il vero.)

DON GIOVANNI

(forte)
Via, dille un poco...

LEPORELLO

(sottovoce a Don Giovanni)
E cosa devo dirle?

DON GIOVANNI

Si, si, dille pur tutto.

(Parte non visto da Donn'Elvira.)

DONNA ELVIRA

Ebben, fa presto.

LEPORELLO

(Balbettando)
Madama... veramente... in questo mondo
conciossiacosaquandofosseché...
il quadro non è tondo...

DONNA ELVIRA

Sciagurato! Così del mio dolor giuoco
ti prendi, Ah! Voi...
(verso Don Giovanni che non crede partito)
Stelle! L'iniquo fuggì! Misera me!
Dov'è? In qual parte?

LEPORELLO

Eh! lasciate che vada. Egli non merta
che di lui ci pensiate.

DONNA ELVIRA

Il scellerato
m'ingannò, mi tradì...

LEPORELLO

Eh! Consolatevi;
non siete voi, non foste, e non sarete
né la prima, n´ I'ultima. Guardate:
questo non picciol libro è tutto pieno
dei nomi di sue belle:
(Cava di tasca una lista)
ogni villa, ogni borgo, ogni paese
è testimon di sue donnesche imprese.

No. 4 Aria
LEPORELLO

Madamina, il catalogo è questo
Delle belle che amò il padron mio;
un catalogo egli è che ho fatt'io;
Osservate, leggete con me.
In Italia seicento e quaranta;
In Almagna duecento e trentuna;
Cento in Francia, in Turchia novantuna;
Ma in Ispagna son già mille e tre.
V'han fra queste contadine,
Cameriere, cittadine,
V'han contesse, baronesse,
Marchesine, principesse.
E v'han donne d'ogni grado,
D'ogni forma, d'ogni età.
Nella bionda egli ha l'usanza
Di lodar la gentilezza,
Nella bruna la costanza,
Nella bianca la dolcezza.
Vuol d'inverno la grassotta,
Vuol d'estate la magrotta;
È la grande maestosa,
La piccina e ognor vezzosa.
Delle vecchie fa conquista
Pel piacer di porle in lista;
Sua passion predominante
È la giovin principiante.
Non si picca - se sia ricca,
Se sia brutta, se sia bella;
Purché porti la gonnella,
Voi sapete quel che fa.

(Parte.)

Scena VI

Donna Elvira sola.

Recitativo
DONNA ELVIRA

In questa forma dunque
mi tradì il scellerato! È questo il premio
che quel barbaro rende all'amor mio?
Ah! Vendicar vogl'io
l'ingannato mio cor. Pria ch'ei mi fugga
si ricorra... si vada... Io sento in petto
sol vendetta parlar, rabbia e dispetto.

(Parte.)

Scena VII

Zerlina, Masetto e Coro di Contadini d'ambo i sessi, che cantano, suonano e ballano.

No. 5 Duetto e Coro
ZERLINA

Giovinette che fate all'amore,
Non lasciate che passi l'età!
Se nel seno vi bulica il core,
Il rimedio vedetelo qua!
La ra la, la ra la, la ra la.
Che piacer, che piacer che sarà!

CORO

La ra la, ecc.

MASETTO

Giovinetti leggeri di testa,
Mon andate girando di là.
Poco dura de'matti la festa,
Ma per me cominciato non ha.
La ra la. La ra la. La ra la.
Che piacer, che piacer che sarà!

CORO

La ra la, ecc.

ZERLINA e MASETTO

Vieni, vieni, carino. godiamo,
E cantiamo e balliamo e suoniamo!
Che piacer, che piacer che sarà!

Scena VIII

Don Giovanni, Leporello e detti.

Recitativo
DON GIOVANNI

Manco male, è partita. Oh guarda, che
bella gioventù; che belle donne!

LEPORELLO

(Fra tante, per mia fè,
vi sarà qualche cosa anche per me.)

DON GIOVANNI

Cari amici, buon giorno, Seguitate a
stare allegramente, seguite a suonar,
buona gente. C'è qualche sposalizio?

ZERLINA

Si, signore, e la sposa. son io.

DON GIOVANNI

Me ne consolo. Lo sposo?

MASETTO

Io, per servirla.

DON GIOVANNI

Oh bravo! Per servirmi; questo è vero
parlar da galantuomo.

LEPORELLO

(Basta che sia marito.)

ZERLINA

Oh, il mio Masetto
è un uom d'ottimo core.

DON GIOVANNI

Oh anch'io, vedete!
Voglio che siamo amici. Il vostro nome?

ZERLINA

Zerlina.

DON GIOVANN

(a Masetto)
E il tuo?

MASETTO

Masetto.

DON GIOVANNI

O caro il mio Masetto!
Cara la mia Zerlina! v'esibisco
la mia protezione, Leporello?
(a Leporello che fa scherzi alle altre contadine)
Cosa fai lì, birbone?

LEPORELLO

Anch'io, caro padrone,
esibisco la mia protezione.

DON GIOVANNI

Presto, va con costor; nel mio palazzo
conducili sul fatto. Ordina ch'abbiano
cioccolatta, caffè, vini, prosciutti:
cerca divertir tutti,
mostra loro il giardino,
la galleria, le camere; in effetto
fa che resti contento il mio Masetto.
Hai capito?

LEPORELLO

(ai contadini)
Ho capito. Andiam!

MASETTO

Signore!

DON GIOVANNI

Cosa c'è?

MASETTO

La Zerlina
senza me non può star.

LEPORELLO

(a Masetto)
In vostro loco
ci sarà sua eccellenza; e saprà bene
fare le vostre parti.

DON GIOVANNI

Oh, la Zerlina
è in man d'un cavalier. Va pur, fra poco
ella meco verrà.

ZERLINA

Va, non temere.
Nelle mani son io d'un cavaliere.

MASETTO

E per questo...

ZERLINA

E per questo
non c'è da dubitar...

MASETTO

Ed io, cospetto...

DON GIOVANNI

Olà, finiam le dispute! Se subito
senza altro replicar non te ne vai,
(mostrandogli la spada)
Masetto, guarda ben, ti pentirai.

No. 6 Aria
MASETTO

Ho capito, signor sì!
Chino il capo e me ne vo.
Giacchè piace a voi così,
Altre repliche non fo.
Cavalier voi siete già.
Dubitar non posso affé;
Me lo dice la bontà
Che volete aver per me.
(a Zerlina, a parte)
Bricconaccia, malandrina!
Fosti ognor la mia ruina!
(a Leporello, che lo vuol condur seco.)
Vengo, vengo!
(a Zerlina)
Resta, resta.
È una cosa molto onesta!
Faccia il nostro cavaliere
cavaliera ancora te.

(Masetto parte con Leporello ed i contadini)

Scena IX

Don Giovanni e Zerlina.

Recitativo
DON GIOVANNI

Alfin siam liberati,
Zerlinetta gentil, da quel scioccone.
Che ne dite, mio ben, so far pulito?

ZERLINA

Signore, è mio marito...

DON GIOVANNI

Chi? Colui?
Vi par che un onest'uomo,
un nobil cavalier, com'io mi vanto,
possa soffrir che quel visetto d'oro,
quel viso inzuccherato
da un bifolcaccio vil sia strapazzato?

ZERLINA

Ma, signore, io gli diedi
parola di sposarlo.

DON GIOVANNI

Tal parola
non vale un zero. Voi non siete fatta
per essere paesana; un altra sorte
vi procuran quegli occhi bricconcelli,
quei labretti sì belli,
quelle dituccie candide e odorose,
parmi toccar giuncata e fiutar rose.

ZERLINA

Ah!... Non vorrei...

DON GIOVANNI

Che non vorreste?

ZERLINA

Alfine
ingannata restar. Io so che raro
colle donne voi altri cavalieri
siete onesti e sinceri.

DON GIOVANNI

È un impostura
della gente plebea! La nobilità
ha dipinta negli occhi l'onestà.
Orsù, non perdiam tempo; in questo istante
io ti voglio sposar.

ZERLINA

Voi!

DON GIOVANNI

Certo, io.
Quel casinetto è mio: soli saremo
e là, gioiello mio, ci sposeremo.

No. 7 Duettino
DON GIOVANNI

Là ci darem la mano,
Là mi dirai di sì.
Vedi, non è lontano;
Partiam, ben mio, da qui.

ZERLINA

(Vorrei e non vorrei,
Mi trema un poco il cor.
Felice, è ver, sarei,
Ma può burlarmi ancor.)

DON GIOVANNI

Vieni, mio bel diletto!

ZERLINA

(Mi fa pietà Masetto.)

DON GIOVANNI

Io cangierò tua sorte.

ZERLINA

Presto... non son più forte.

DON GIOVANNI

Andiam!

ZERLINA

Andiam!

A 2

Andiam, andiam, mio bene.
a ristorar le pene
D'un innocente amor.

(Si incamminano abbracciati verso il casino.)

Scena X

Donna Elvira e detti

Recitativo
DONNA ELVIRA

(che ferma con atti disperatissimi Don Giovanni)
Fermati, scellerato! II ciel mi fece
udir le tue perfidie. Io sono a tempo
di salvar questa misera innocente
dal tuo barbaro artiglio.

ZERLINA

Meschina! Cosa sento!

DON GIOVANNI

(Amor, consiglio!)
(Piano a Donna Elvira.)
Idol mio, non vedete
ch'io voglio divertirmi?

DONNA ELVIRA

Divertirti,
è vero? Divertirti... Io so, crudele,
come tu ti diverti.

ZERLINA

Ma, signor cavaliere,
è ver quel ch'ella dice?

DON GIOVANNI

(piano a Zerlina)
La povera infelice
è di me innamorata,
e per pietà deggio fingere amore,
ch'io son, per mia disgrazia, uom di buon cuore.

No. 8 Aria
DONNA ELVIRA

Ah, fuggi il traditor!
Non lo lasciar più dir!
Il labbro è mentitor,
fallace il ciglio.
Da' miei tormenti impara
A creder a quel cor,
E nasca il tuo timor
Dal mio periglio.
(parte conducendo via Zerlina.)

Scena XI

Don Giovanni, poi Don Ottavio e Donn'Anna vestita a lutto.

Recitativo
DON GIOVANNI

Mi par ch'oggi il demonio si diverta
d'opporsi a miei piacevoli progressi
vanno mal tutti quanti.

DON OTTAVIO

(a Donn'Anna)
Ah! Ch'ora, idolo mio, son vani i pianti,
di vendetta si parli. Oh, Don Giovanni!

DON GIOVANNI

(Mancava questo intoppo!)

DONNA ANNA

Signore, a tempo vi ritroviam: avete
core, avete anima generosa?

DON GIOVANNI

(Sta a vedere
che il diavolo gli ha detto qualche cosa.)
Che domanda! Perchè?

DONNA ANNA

Bisogno abbiamo
della vostra amicizia.

DON GIOVANNI

(Mi torna il fiato in corpo.) Comandate.
I congiunti, i parenti,
questa man, questo ferro, i beni, il sangue
spenderò per servirvi.
Ma voi, bella Donn'Anna,
perchè così piangete?
II crudele chi fu che osò la calma
turbar del viver vostro?

Scena XII

Donna Elvira e detti

DONNA ELVIRA

(a Don Giovanni)
Ah, ti ritrovo ancor, perfido mostro!

No. 9 Quartetto
DONNA ELVIRA

(a Donn'Anna)
Non ti fidar, o misera,
Di quel ribaldo cor;
Me già tradì quel barbaro,
te vuol tradir ancor.

DONNA ANNA e DON OTTAVIO

(Cieli, che aspetto nobile,
Che dolce maestà!
II suo pallor, le lagrime
M'empiono di pietà.)

DON GIOVANNI

(a parte; Donna Elvira ascolta)
La povera ragazza
È pazza, amici miei;
Lasciatemi con lei,
Forse si calmerà.

DONNA ELVIRA

Ah non credete al perfido!

DON GIOVANNI

È pazza, non badate.

DONNA ELVIRA

Restate ancor, restate!

DONNA ANNA e DON OTTAVIO

A chi si crederà?

DONNA ANNA, DON OTTAVIO, DON GIOVANNI

Certo moto d'ignoto tormento
Dentro l'alma girare mi sento
Che mi dice, per quell'infelice,
Cento cose che intender non sa.

DONNA ELVIRA

Sdegno, rabbia, dispetto, spavento
Dentro l'alma girare mi sento,
Che mi dice, di quel traditore,
Cento cose che intender non sa.

DON OTTAVIO

(a Donn'Anna)
Io di qua non vado via
Se non so com'è l'affar.

DONNA ANNA

(a Ottavio)
Non ha l'aria di pazzia
II suo tratto, il suo parlar.

DON GIOVANNI

(Se m'en vado, si potria
Qualche cosa sospettar.)

DONNA ELVIRA

(a Donn'Anna e Ottavio)
Da quel ceffo si dovria
La ner'alma guidicar.

DON OTTAVIO

(a Don Giovanni)
Dunque quella?...

DON GIOVANNI

È pazarella.

DONNA ANNA

Dunque quegli?...

DONNA ELVIRA

È un traditore.

DON GIOVANNI

Infelice!

DONNA ELVIRA

Mentitore!

DONNA ANNA e DON OTTAVIO

Incomincio a dubitar.

(Passano dei contadini.)

DON GIOVANNI

Zitto, zitto, che la gente
Si raduna a noi d'intorno;
Siate un poco più prudente,
Vi farete criticar.

DONNA ELVIRA

(forte, a Don Giovanni)
Non sperarlo, o scellerato,
Ho perduta la prudenza;
Le tue colpe ed il mio stato
Voglio a tutti palesar.

DONNA ANNA e DON OTTAVIO

(a parte, guardando Don Giovanni)
Quegli accenti sì sommessi,
Quel cangiarsi di colore,
Son indizi troppo espressi
Che mi fan determinar.

(Donn'Elvira parte.)

Recitativo
DON GIOVANNI

Povera sventurata! I passi suoi
voglio, seguir; non voglio
che faccia un precipizio:
perdonate, bellissima Donn'Anna;
se servirvi poss'io,
in mia casa v'aspetto. Amici, addio!

Scena XIII

Donn'Anna e Don Ottavio

No. 10 Recitativo ed Aria
DONNA ANNA

Don Ottavio, son morta!

DON OTTAVIO

Cosa è stato?

DONNA ANNA

Per pietà.. soccorretemi!

DON OTTAVIO

Mio bene,
fate coraggio!

DONNA ANNA

Oh dei! Quegli è il carnefice
del padre mio!

DON OTTAVIO

Che dite?

DONNA ANNA

Non dubitate più. Gli ultimi accenti
che l'empio proferì, tutta la voce
richiamar nel cor mio di quell'indegno
che nel mio appartamento...

DON OTTAVIO

O ciel! Possibile
che sotto il sacro manto d'amicizia...
ma come fu? Narratemi
lo strano avvenimento:

DONNA ANNA

Era già alquanto
avanzata la notte,
quando nelle mie stanze, ove soletta
mi trovai per sventura, entrar io vidi,
in un mantello avvolto,
un uom che al primo istante
avea preso per voi.
Ma riconobbi poi
che un inganno era il mio.

DON OTTAVIO

(con affanno)
Stelle! Seguite!

DONNA ANNA

Tacito a me s'appressa
e mi vuole abbracciar; sciogliermi cerco,
ei più mi stringe; io grido;
non viene alcun: con una mano cerca
d'impedire la voce,
e coll'altra m'afferra
stretta così, che già mi credo vinta.

DON OTTAVIO

Perfido!... alfin?

DONNA ANNA

Alfine il duol, l'orrore
dell'infame attentato
accrebbe sì la lena mia, che a forza
di svincolarmi, torcermi e piegarmi,
da lui mi sciolsi!

DON OTTAVIO

Ohimè! Respiro!

DONNA ANNA

Allora
rinforzo i stridi miei, chiamo soccorso;
fugge il fellon; arditamente il seguo
fin nella strada per fermarlo, e sono
assalitrice d'assalità: il padre
v'accorre, vuol conoscerlo e l'indegno
che del povero vecchio era più forte,
compiè il misfatto suo col dargli morte!

Aria
DONNA ANNA

Or sai chi l'onore
Rapire a me volse,
Chi fu il traditore
Che il padre mi tolse.
Vendetta ti chiedo,
La chiede il tuo cor.
Rammenta la piaga
Del misero seno,
Rimira di sangue
Coperto il terreno.
Se l'ira in te langue
D'un giusto furor.
(Parte.)

Scena XIV

Ottavio solo

Recitativo
DON OTTAVIO

Come mai creder deggio,
di sì nero delitto
capace un cavaliero!
Ah! Di scoprire il vero
ogni mezzo si cerchi. Io sento in petto
e di sposo e d'amico
il dover che mi parla:
disingannarla voglio, o vendicarla.

No. 10a Aria
DON OTTAVIO

Dalla sua pace la mia dipende;
Quel che a lei piace vita mi rende,
Quel che le incresce morte mi dà.
S'ella sospira, sospiro anch'io;
È mia quell'ira, quel pianto è mio;
E non ho bene, s'ella non l'ha.
(Parte.)

Scena XV

Leporello, poi Don Giovanni

Recitativo
LEPORELLO

Io deggio ad ogni patto
per sempre abbandonar questo bel matto...
Eccolo qui: guardate
con qual indifferenza se ne viene!

DON GIOVANNI

Oh, Leporello mio! va tutto bene.

LEPORELLO

Don Giovannino mio! va tutto male.

DON GIOVANNI

Come va tutto male?

LEPORELLO

Vado a casa,
come voi m'ordinaste,
con tutta quella gente.

DON GIOVANNI

Bravo!

LEPORELLO

A forza di chiacchiere, di vezzi e di bugie,
ch'ho imparato sì bene a star con voi,
cerco d'intrattenerli...

DON GIOVANNI

Bravo!

LEPORELLO

Dico
mille cose a Masetto per placarlo,
per trargli dal pensier la gelosia.

DON GIOVANNI

Bravo, in coscienza mia!

LEPORELLO

Faccio che bevano
e gli uomini e le donne.
Son già mezzo ubbriachi.
Altri canta, altri scherza,
altri seguita a ber. In sul più bello,
chi credete che capiti?

DON GIOVANNI

Zerlina.

LEPORELLO

Bravo! E con lei chi viene?

DON GIOVANNI

Donna Elvira!

LEPORELLO

Bravo! E disse di voi?

DON GIOVANNI

Tutto quel mal che in bocca le venia.

LEPORELLO

Bravo, in coscienza mia!

DON GIOVANNI

E tu, cosa facesti?

LEPORELLO

Tacqui.

DON GIOVANNI

Ed ella?

LEPORELLO

Seguì a gridar.

DON GIOVANNI

E tu?

LEPORELLO

Quando mi parve
che già fosse sfogata, dolcemente
fuor dell'orto la trassì, e con bell'arte
chiusa la porta a chiave io di là mi cavai,
e sulla via soletta la lasciai.

DON GIOVANNI

Bravo, bravo, arcibravo!
L'affar non può andar meglio. Incominciasti,
io saprò terminar. Troppo mi premono
queste contadinotte;
le voglio divertir finchè vien notte.

No. 11 Aria
DON GIOVANNI

Finch'han dal vino
Calda la testa
Una gran festa
Fa preparar.
Se trovi in piazza
Qualche ragazza,
Teco ancor quella
Cerca menar.
Senza alcun ordine
La danza sia;
Chi'l minuetto,
Chi la follia,
Chi l'alemanna
Farai ballar.
Ed io frattanto
Dall'altro canto
Con questa e quella
Vo' amoreggiar.
Ah! la mia lista
Doman mattina
D'una decina
Devi aumentar!

(Partono.)

Scena XVI

Giardino con due porte chiuse s chiave per di fuori. Due nicchie.
Zerlina, Masetto e Contadini.

Recitativo
ZERLINA

Masetto... senti un po'... Masetto, dico.

MASETTO

Non mi toccar.

ZERLINA

Perchè?

MASETTO

Perchè mi chiedi?
Perfida! Il tocco sopportar dovrei
d'una mano infedele?

ZERLINA

Ah no! taci, crudele,
Io non merto da te tal trattamento.

MASETTO

Come! Ed hai l'ardimento di scusarti?
Star solo con un uom! abbandonarmi
il dì delle mie nozze! Porre in fronte
a un villano d'onore
questa marca d'infamia! Ah, se non fosse,
se non fosse lo scandalo, vorrei...

ZERLINA

Ma se colpa io non ho, ma se da lui
ingannata rimasi; e poi, che temi?
Tranquillati, mia vita;
non mi toccò la punta della dita.
Non me lo credi? Ingrato!
Vien qui, sfogati, ammazzami, fa tutto
di me quel che ti piace,
ma poi, Masetto mio, ma poi fa pace.

No. 12 Aria
ZERLINA

Batti, batti, o bel Masetto,
La tua povera Zerlina;
Starò qui come agnellina
Le tue botte ad aspettar.
Lascierò straziarmi il crine,
Lascierò cavarmi gli occhi,
E le care tue manine
Lieta poi saprò baciar.
Ah, lo vedo, non hai core!
Pace, pace, o vita mia,
In contento ed allegria
Notte e dì vogliam passar,
Si, notte e dì vogliam passar.
(Parte.)

Scena XVII

Masetto, poi Don Giovanni di dentro e di nuovo Zerlina.

Recitativo
MASETTO

Guarda un po' come seppe
questa strega sedurmi! Siamo pure
i deboli di testa!

DON GIOVANNI

(di dentro.)
Sia preparato tutto a una gran festa.

ZERLINA

(rientrando)
Ah Masetto, Masetto, odi la voce
del monsù cavaliero!

MASETTO

Ebben, che c'è?

ZERLINA

Verrà...

MASETTO

Lascia che venga.

ZERLINA

Ah, se vi fosse
un buco da fuggir!

MASETTO

Di cosa temi?
Perché diventi pallida? Ah, capisco,
capisco, bricconcella!
Hai timor ch'io comprenda
com'è tra voi passata la faccenda.

No. 13 Finale primo
MASETTO

Presto, presto, pria ch'ei venga,
Por mi vo' da qualche lato;
C'è una nicchia qui celato,
Cheto cheto mi vo' star.

ZERLINA

Senti, senti, dove vai?
Ah, non t'asconder, o Masetto!
Se ti trova, poveretto,
Tu non sai quel che può far.

MASETTO

Faccia, dica quel che vuole.

ZERLINA

(sottovoce)
Ah, non giovan le parole!

MASETTO

Parla forte, e qui t'arresta.

ZERLINA

Che capriccio hai nella testa?

MASETTO

(Capirò se m'è fedele,
E in qual modo andò l'affar.)

(Entra nella nicchia.)

ZERLINA

(Quell'ingrato, quel crudele
Oggi vuol precipitar.)

Scena XVIII

Don Giovanni, Contadini e Servi, Zerlina e Masetto nascosto.

DON GIOVANNI

Sù! svegliatevi da bravi!
Sù! coraggio, o buona gente!
Vogliam star allegramente,
Vogliam ridere e scherzar.
(ai servi.)
Alla stanza - della danza
Conducete tutti quanti,
ed a tutti in abbondanza
Gran rifreschi fate dar.

CORO

(partendo co' servi.)
Sù! svegliatevi da bravi, ecc.

Scena XIX

Don Giovanni, Zerlina e Masetto nascosto.

ZERLINA

Tra quest'arbori celata,
Si può dar che non mi veda.

(Vuol nascondersi)

DON GIOVANNI

Zerlinetta, mia garbata,
T'ho già visto, non scappar!

(La prende.)

ZERLINA

Ah lasciatemi andar via!

DON GIOVANNI

No, no, resta, gioia mia!

ZERLINA

Se piedate avete in core!

DON GIOVANNI

Sì, ben mio! son tutto amore...
Vieni un poco - in questo loco
fortunata io ti vo' far.

ZERLINA

(Ah, s'ei vede il sposo mio,
So ben io quel che può far.)

(Don Giovanni nell'aprire la nicchia scopre Masetto.)

DON GIOVANNI

Masetto!

MASETTO

Sì, Masetto.

DON GIOVANNI

(un po' confuso)
È chiuso là, perchè?
La bella tua Zerlina
Non può, la poverina,
Più star senza di te.

MASETTO

(ironico)
Capisco, sì signore.

DON GIOVANNI

Adesso fate core.
(S'ode un'orchestra in lontananza.)
I suonatori udite?
Venite ormai con me.

ZERLINA e MASETTO

Sì, sì, facciamo core,
Ed a ballar cogli altri
Andiamo tutti tre.
(Partono.)

Scena XX

Si va facendo notte.

Don Ottavio, Donn'Anna e Donna Elvira in maschera; poi Leporello e Don Giovanni alla finestra.

DONNA ELVIRA

Bisogna aver coraggio,
O cari amici miei,
E i suoi misfatti rei
Scoprir potremo allor.

DON OTTAVIO

L'amica dice bene,
Coraggio aver conviene;
(a Donn'Anna)
Discaccia, o vita mia,
L'affanno ed il timor.

DONNA ANNA

Il passo è periglioso,
Può nascer qualche imbroglio.
Temo pel caro sposo,
(a Donna Elvira)
E per voi temo ancor.

LEPORELLO

(aprendo la finestra)
Signor, guardate un poco,
Che maschere galanti!

DON GIOVANNI

(alla finestra)
Falle passar avanti,
Di' che ci fanno onor.

DONNA ANNA, DONNA ELVIRA e DON OTTAVIO

(Al volto ed alla voce
Si scopre il traditore.)

LEPORELLO

Zì, zì! Signore maschere!
Zì, zì...

DONNA ANNA e DONNA ELVIRA

(ad Ottavio)
Via, rispondete.

LEPORELLO

Zì, zì...

DON OTTAVIO

Cosa chiedete?

LEPORELLO

Al ballo, se vi piace,
V'invita il mio signor.

DON OTTAVIO

Grazie di tanto onore.
Andiam, compagne belle.

LEPORELLO

(L'amico anche su quelle
Prova farà d'amor.)

(Entra e chiude la finestra.)

DONNA ANNA e DON OTTAVIO

Protegga il giusto cielo
Il zelo - del mio cor.

DONNA ELVIRA

Vendichi il giusto cielo
Il mio tradito amor!

(Entrano.)

Scena XXI

Sala nella casa di Don Giovanni, illuminata e preparata per una gran festa da ballo.

Don Giovanni, Leporello, Zerlina, Masetto, Contadini e Contadine, servitori con rinfreschi; poi Don Ottavio, Donn'Anna e Donna Elvira in maschera.

Don Giovanni fa seder le ragazze e Leporello i ragazzi che saranno in atto d'aver finito un ballo.

DON GIOVANNI

Riposate, vezzose ragazze.

LEPORELLO

Rinfrescatevi, bei giovinotti.

DON GIOVANNI e LEPORELLO

Tornerete a far presto le pazze.
Tornerete a scherzar e ballar.

DON GIOVANNI

Ehi! caffè!

LEPORELLO

Cioccolata!

DON GIOVANNI

Sorbetti!

MASETTO

(piano a Zerlina)
Ah, Zerlina, guidizio!

LEPORELLO

Confetti!

ZERLINA e MASETTO

(a parte)
(Troppo dolce comincia la Scena;
In amaro potria terminar.)

(vengono portati e distribuiti i rinfreschi)

DON GIOVANNI

(accarezzando Zerlina)
Sei pur vaga, brillante Zerlina.

ZERLINA

Sua bontà.

MASETTO

(fremendo)
La briccona fa festa!

LEPORELLO

(imitando il padrone)
Sei pur cara, Gionnotta, Sandrina.

MASETTO

(guardando Don Giovanni)
(Tocca pur, che ti cada la testa!)

ZERLINA

(Quel Masetto mi par stralunato,
Brutto, brutto si fa quest'affar.)

DON GIOVANNI e LEPORELLO

(Quel Masetto mi par stralunato,
Qui bisogna cervello adoprar.)

Scena XXII

Don Ottavio, Donn'Anna, Donna Elvira e detti

LEPORELLO

Venite pur avanti,
Vezzose mascherette!

DON GIOVANNI

È aperto a tutti quanti,
Viva la libertà!

DONNA ANNA, DONNA ELVIRA e DON OTTAVIO

Siam grati a tanti segni
Di generosità.

TUTTI

Viva la libertà!

DON GIOVANNI

Ricominciate il suono!
(a Leporello)
Tu accoppia i ballerini.

(Don Ottavio balla il minuetto con Donn'Anna)

LEPORELLO

Da bravi, via ballate!

(Ballano.)

DONNA ELVIRA

(a Donn'Anna)
Quella è la contadina.

DONNA ANNA

(ad Ottavio)
Io moro!

DON OTTAVIO

(a Donn'Anna)
Simulate!

DON GIOVANNI, LEPORELLO

(con ironia)
Va bene in verità!

MASETTO

Va bene in verità!

DON GIOVANNI

(a Leporello)
A bada tien Masetto.
(a Zerlina)
Il tuo compagno io sono,
Zerlina vien pur qua...

(si mette a ballare una Controdanza con Zerlina.)

LEPORELLO

Non balli, poveretto!
Vien quà, Masetto caro,
Facciam quel ch'altri fa.

(fa ballare a forza Masetto)

MASETTO

No, no, ballar non voglio.

LEPORELLO

Eh, balla, amico mio!

MASETTO

No!

LEPORELLO

Sì, caro Masetto!

DONNA ANNA

(a Ottavio)
Resister non poss'io!

DONNA ELVIRA e DON OTTAVIO

(a Donn'Anna)
Fingete per pietà!

DON GIOVANNI

Vieni con me, vita mia!

(Ballando conduce via Zerlina.)

MASETTO

Lasciami! Ah no! Zerlina!

(Entra sciogliendosi da Leporello.)

ZERLINA

Oh Numi! son tradita!...

LEPORELLO

Qui nasce una ruina.

(Entra.)

DONNA ANNA, DONNA ELVIRA e DON OTTAVIO

(fra loro)
L'iniquo da se stesso
Nel laccio se ne va!

ZERLINA

(di dentro)
Gente... aiuto!... aiuto!... gente!

DONNA ANNA, DONNA ELVIRA e DON OTTAVIO

Soccorriamo l'innocente!

(I suonatori partono.)

MASETTO

Ah, Zerlina!

ZERLINA

(di dentro, dalla parte opposta)
Scellerato!

DONNA ANNA, DONNA ELVIRA e DON OTTAVIO

Ora grida de quel lato!
Ah gettiamo giù la porta!

ZERLINA

Soccorretemi! o son morta!

DONNA ANNA, DONNA ELVIRA, DON OTTAVIO e MASETTO

Siam qui noi per tua difesa!

DON GIOVANNI

(Esce colla spada in mano, conducendo per un braccio Leporello, e finge di non poterla sguainare per ferirlo)
Ecco il birbo che t'ha offesa!
Ma da me la pena avrà!
Mori, iniquo!

LEPORELLO

Ah, cosa fate?

DON GIOVANNI

Mori, dico!

DON OTTAVIO

(cavando una pistola)
Nol sperate...

DONNA ANNA, DONNA ELVIRA e DON OTTAVIO

(L'empio crede con tal frode
Di nasconder l'empietà!)

(Si cavano la maschera.)

DON GIOVANNI

Donna Elvira!

DONNA ELVIRA

Sì, malvagio!

DON GIOVANNI

Don Ottavio!

DON OTTAVIO

Sì, signore!

DON GIOVANNI

(a Donn'Anna)
Ah, credete...
Tutti fuorché Don Giovanni e Leporello:
Traditore! Tutto già si sa!
Trema, trema, o scellerato!
Saprà tosto il mondo intero
Il misfatto orrendo e nero
La tua fiera crudeltà!
Odi il tuon della vendetta,
Che ti fischia intorno intorno;
Sul tuo capo in questo giorno
Il suo fulmine cadrà.

LEPORELLO

Non sà più quel ch'ei si faccia
È confusa la sua testa,
E un orribile tempesta
Minacciando, o Dio, lo va
Ma non manca in lui coraggio,
Non si perde o si confonde
Se cadesse ancora il mondo,
Nulla mai temer lo fa.

DON GIOVANNI

È confusa la mia testa,
Non so più quel ch'io mi faccia,
E un orribile tempesta
Minacciando, o Dio, mi va
Ma non manca in me coraggio,
Non mi perdo o mi confondo,
Se cadesse ancora il mondo,.
Nulla mai temer mi fa.

FINE DEL PRIMO ATTO

ATTO SECONDO

Scena I

Strada

Don Giovanni con un mandolino in mano e Leporello

No. 14 Duetto
DON GIOVANNI

Eh via, buffone, non mi seccar!

LEPORELLO

No, no, padrone, non vo'restar

DON GIOVANNI

Sentimi, amico...

LEPORELLO

Vo'andar, vi dico!

DON GIOVANNI

Ma che ti ho fatto
Che vuoi lasciarmi?

LEPORELLO

O niente affatto,
Quasi ammazzarmi

DON GIOVANNI

Va, che sei matto,
Fu per burlar

LEPORELLO

Ed io non burlo,
Ma voglio andar.

Recitativo
DON GIOVANNI

Leporello!

LEPORELLO

Signore?

DON GIOVANNI

Vien qui, facciamo pace, prendi!

LEPORELLO

Cosa?

DON GIOVANNI

(Gli dà del denaro)
Quattro doppie.

LEPORELLO

Oh, sentite:
per questa volta la cerimonia accetto;
ma non vi ci avvezzate; non credete
di sedurre i miei pari,
(prendendo la borsa)
come le donne, a forza di danari.

DON GIOVANNI

Non parliam più di ciò! Ti basta l'animo
di far quel ch'io ti dico?

LEPORELLO

Purchè lasciam le donne.

DON GIOVANNI

Lasciar le donne? Pazzo!
Sai ch'elle per me
son necessarie più del pan che mangio,
più dell'aria che spiro!

LEPORELLO

E avete core d'ingannarle poi tutte?

DON GIOVANNI

È tutto amore!
Chi a una sola è fedele,
verso l'altre è crudele:
io che in me sento
sì esteso sentimento,
vo'bene a tutte quante.
Le donne poichè calcolar non sanno,
il mio buon natural chiamano inganno.

LEPORELLO

Non ho veduto mai
naturale più vasto, e più benigno.
Orsù, cosa vorreste?

DON GIOVANNI

Odi ! Vedesti tu la cameriera di
Donna Elvira?

LEPORELLO

Io? No!

DON GIOVANNI

Non hai veduto
qualche cosa di bello,
caro il mio Leporello; ora io con lei
vo' tentar la mia sorte, ed ho pensato,
giacchè siam verso sera,
per aguzzarle meglio l'appetito
di presentarmi a lei col tuo vestito.

LEPORELLO

E perchè non potreste
presentarvi col vostro?

DON GIOVANNI

Han poco credito
con genti di tal rango
gli abiti signorili.
(Si cava il mantello.)
Sbrigati, via!

LEPORELLO

Signor, per più ragioni...

DON GIOVANNI

(con collera)
Finiscila! Non soffro opposizioni!

(Fanno cambio del mantello e del cappello)

Scena II

Don Giovanni, Leporello e Donna Elvira alla finestra della locanda. Si fa notte a poco a poco.

No. 15 Terzetto
DONNA ELVIRA

Ah taci, ingiusto core!
Non palpitarmi in seno!
È un empio, e un traditore
È colpa di aver pietà.

LEPORELLO

(sottovoce)
Zitto! di Donna Elvira,
Signor, la voce io sento!

DON GIOVANNI

(come sopra)
Cogliere io vo'il momento,
Tu fermati un po' là!
(Si mette dietro Leporello.)
Elvira, idolo mio!...

DONNA ELVIRA

Non è costui l'ingrato?

DON GIOVANNI

Si, vita mia, son io,
E chieggo clarità.

DONNA ELVIRA

(Numi, che strano affetto,
Mi si risveglia in petto!)

LEPORELLO

(State a veder la pazza,
Che ancor gli crederà!)

DON GIOVANNI

Discendi, o gioia bella,
Vedrai che tu sei quella
Che adora l'alma mia
Pentito io sono già.

DONNA ELVIRA

No, non ti credo, o barbaro!

DON GIOVANNI

(con trasporto e quasi piangendo)
Ah credimi, o m'uccido!
Idolo mio, vien qua!

LEPORELLO

(sottovoce)
Se seguitate, io rido!

DONNA ELVIRA

(Dei, che cimento è questo!
Non so s'io vado o resto!
A proteggete voi
La mia credulità.)

DON GIOVANNI

(Spero che cada presto!
Che bel colpetto è questo!
Più fertile talento
Del mio, no, non si dà.)

LEPORELLO

(Già quel mendace labbro
Torna a sedur costei,
Deh proteggete, o dei!
La sua credulità.)

Recitativo
DON GIOVANNI

(allegrissimo)
Amico, che ti par?

LEPORELLO

Mi par che abbiate
un'anima di bronzo.

DON GIOVANNI

Va là, che sei il gran gonzo! Ascolta bene:
quando costei qui viene,
tu corri ad abbracciarla,
falle quattro carezze,
fingi la voce mia: poi con bell'arte
cerca teco condurla in altra parte.

LEPORELLO

Ma, Signor...

DON GIOVANNI

Non più repliche!

LEPORELLO

Ma se poi mi conosce?

DON GIOVANNI

Non ti conoscerà, se tu non vuoi.
Zitto: ell'apre, ehì giudizio!

(Va in disparte.)

Scena III

Donna Elvira e detti

DONNA ELVIRA

Eccomi a voi.

DON GIOVANNI

(Veggiamo che farà.)

LEPORELLO

(Che bell'imbroglio!)

DONNA ELVIRA

Dunque creder potrò che i pianti miei
abbian vinto quel cor? Dunque pentito.
l'amato Don Giovanni al suo dovere
e all'amor mio ritorna?

LEPORELLO

(alterando sempre la voce)
Sì, carina!

DONNA ELVIRA

Crudele, se sapeste
quante lagrime e quanti
sospir voi mi costaste!

LEPORELLO

Io, vita mia?

DONNA ELVIRA

Voi.

LEPORELLO

Poverina! Quanto mi dispiace!

DONNA ELVIRA

Mi fuggirete più?

LEPORELLO

No, muso bello.

DONNA ELVIRA

Sarete sempre mio?

LEPORELLO

Sempre.

DONNA ELVIRA

Carissimo!

LEPORELLO

Carissima! (La burla mi dà gusto.)

DONNA ELVIRA

Mio tesoro!

LEPORELLO

Mia Venere!

DONNA ELVIRA

Son per voi tutta foco.

LEPORELLO

Io tutto cenere.

DON GIOVANNI

(Il birbo si riscalda.)

DONNA ELVIRA

E non m'ingannerete?

LEPORELLO

No, sicuro.

DONNA ELVIRA

Giuratelo.

LEPORELLO

Lo giuro a questa mano,
che bacio con trasporto, e a que' bei lumi...

DON GIOVANNI

(fingendo di uccidere qualcheduno)
Ah! eh! ih! ah! ih! ah, sei morto...

DONNA ELVIRA e LEPORELLO

Oh numi!

(Fuggon assieme.)

DON GIOVANNI

Ha, ha, ha! Par che la sorte
mi secondi; veggiamo!
Le finestre son queste. Ora cantiamo.

No. 16 Canzonetta

(Canta accompagnandosi col mandolino)

DON GIOVANNI

Deh, vieni alla finestra, o mio tesoro,
Deh, vieni a consolar il pianto mio.
Se neghi a me di dar qualche ristoro,
Davanti agli occhi tuoi morir vogl'io!
Tu ch'hai la bocca dolce più del miele,
Tu che il zucchero porti in mezzo al core!
Non esser, gioia mia, con me crudele!
Lasciati almen veder, mio bell'amore!

Scena IV

Masetto, armato d'archibuso e pistola, Contadini e detto.

Recitativo
DON GIOVANNI

V'è gente alla finestra,
forse è dessa!
(chiamando)
zi, zi!

MASETTO

(ai contadini armati di fucili e bastoni)
Non ci stanchiamo; il cor mi dice che
trovarlo dobbiam.

DON GIOVANNI

(Qualcuno parla!)

MASETTO

(ai contadini)
Fermatevi; mi pare
che alcuno qui si muova.

DON GIOVANNI

(Se non fallo, è Masetto!)

MASETTO

(forte)
Chi va là?
(a' suoi)
Non risponde;
animo, schioppo al muso!
(più forte)
Chi va là?

DON GIOVANNI

(Non è solo;
ci vuol giudizio.)
Amici...
(Cerca di imitare la voce di Leporello.)
(Non mi voglio scoprir.) Sei tu, Masetto?

MASETTO

(in collera)
Appunto quello; e tu?

DON GIOVANNI

Non mi conosci? Il servo
son io di Don Giovanni.

MASETTO

Leporello!
Servo di quell'indegno cavaliere!

DON GIOVANNI

Certo; di quel briccone!

MASETTO

Di quell'uom senza onore: ah, dimmi un poco
dove possiam trovarlo?
Lo cerco con costor per trucidarlo!

DON GIOVANNI

(Bagattelle!) Bravissimo, Masetto!
Anch'io con voi m'unisco,
per fargliela a quel birbo di padrone.
Ma udite un po'qual è la mia intenzione.

No. 17 Aria
DON GIOVANNI

(accennando a destra)
Metà di voi qua vadano,
(accennando a sinistra)
E gli altri vadan là!
E pian pianin lo cerchino,
Lontan non fia di qua!
Se un uom e una ragazza
Passeggian per la piazza,
Se sotto a una finestra
Fare all'amor sentite,
Ferite pur, ferite,
II mio padron sarà.
In testa egli ha un cappello
Con candidi pennacchi,
Addosso un gran mantello,
E spada al fianco egli ha.
(ai Contadini)
Andate, fate presto!
(a Masetto)
Tu sol verrai con me.
Noi far dobbiamo il resto,
E già vedrai cos'è.

(Partono i Contadini da opposte vie.)

Scena V

Don Giovanni, Masetto

Recitativo
DON GIOVANNI

Zitto, lascia ch'io senta! Ottimamente.
(essendosi assicurato che i Contadini sono già lontani)
Dunque dobbiam ucciderlo?

MASETTO

Sicuro!

DON GIOVANNI

E non ti basteria rompergli l'ossa,
fracassargli le spalle?

MASETTO

No, no, vogli ammazzarlo,
vo' farlo in cento brani.

DON GIOVANNI

Hai buone armi?

MASETTO

Cospetto!
Ho pria questo moschetto,
e poi questa pistola.

(Dà moschetto e pistola a Don Giovanni.)

DON GIOVANNI

E poi?

MASETTO

Non basta?

DON GIOVANNI

Eh, basta certo. Or prendi:
(Batte Masetto col rovescio della spada.)
questa per la pistola,
questa per il moschetto...

MASETTO

Ahi, ahi!... la testa mia!

DON GIOVANNI

Taci, o t'uccido!
Questi per ammazzarlo,
Questi per farlo in brani!
Villano, mascalzon! Ceffo da cani!

(Masetto cade e Don Giovanni parte.)

Scena VI

Masetto, indi Zerlina con lanterna.

Recitativo
MASETTO

Ahi! ahi! la testa mia!
Ahi, ahi! le spalle e il petto!

ZERLINA

Di sentire mi parve
la voce di Masetto!

MASETTO

O Dio, Zerlina mia,
soccorso!

ZERLINA

Cosa è stato?

MASETTO

L'iniquo, il scellerato
mi ruppe l'ossa e i nervi.

ZERLINA

Oh poveretta me! Chi?

MASETTO

Leporello!
o qualche diavol che somiglia a lui!

ZERLINA

Crudel, non tel diss'io
che con questa tua pazza gelosia
ti ridurresti a qualche brutto passo?
Dove ti duole?

MASETTO

Qui.

ZERLINA

E poi?

MASETTO

Qui, e ancora qui!

ZERLINA

E poi non ti duol altro?

MASETTO

Duolmi un poco
questo pie', questo braccio, e questa mano.

ZERLINA

Via, via, non è gran mal, se il resto è sano.
Vientene meco a casa;
purchè tu mi prometta
d'essere men geloso,
io, io ti guarirò, caro il mio sposo.

No. 18 Aria
ZERLINA

Vedrai, carino,
se sei buonino,
Che bel rimedio
ti voglio dar!
È naturale,
non dà disgusto,
E lo speziale
non lo sa far.
È un certo balsamo
Ch'io porto addosso,
Dare tel posso,
Se il vuoi provar.
Saper vorresti
dove mi sta?
Sentilo battere,
toccami qua!

(Gli fa toccare il cuore, poi partono.)

Scena VII

Atrio oscuro con tre porte in casa di Donna Anna.
Donna Elvira e Leporello.

Recitativo
LEPORELLO

(fingendo la voce del padrone)
Di molte faci il lume
s'avvicina, o mio ben: stiamo qui un poco
finchè da noi si scosta.

DONNA ELVIRA

Ma che temi,
adorato mio sposo?

LEPORELLO

Nulla, nulla...
Certi riguardi, io vo' veder se il lume
è già lontano. (Ah, come
da costei liberarmi?)
Rimanti, anima bella!

DONNA ELVIRA

Ah! non lasciarmi!

No. 19 Sestetto
DONNA ELVIRA

Sola, sola in buio loco
Palpitar il cor mi sento,
E m'assale un tal spavento,
Che mi sembra di morir.

LEPORELLO

(andando a tentone)
(Più che cerco, men ritrovo
questa porta sciagurata;
Piano, piano, l'ho trovata!
Ecco il tempo di fuggir.)

(sbaglia l'uscita)

Scena VIII

Donn'Anna, Don Ottavio, vestiti a lutto. Servi con lumi, e detti.

(Donn'Elvira al venire dei lumi si ritira in un angolo, Leporello in un altro)

DON OTTAVIO

Tergi il ciglio, o vita mia,
E dà calma a tuo dolore!
L'ombra omai del genitore
Pena avrà de' tuoi martir.

DONNA ANNA

Lascia almen alla mia pena
Questo piccolo ristoro;
Sol la morte, o mio tesoro,
II mio pianto può finir.

DONNA ELVIRA

(senza esser vista)
Ah dov'è lo sposo mio?

LEPORELLO

(dalla porta senza esser visto)
(Se mi trova, son perduto!)

DONNA ELVIRA e LEPORELLO

Una porta là vegg'io,
Cheto, cheto, vo'partir!

(Leporello, nell'uscire, s'incontra con Masetto e Zerlina.)

Scena IX

Masetto con bastone, Zerlina e detti.

ZERLINA e MASETTO

Ferma, briccone, dove ten vai?

(Leporello s'asconde la faccia.)

DONNA ANNA e DON OTTAVIO

Ecco il fellone... com'era qua?

QUARTETTO

Ah, mora il perfido che m'ha tradito!

DONNA ELVIRA

È mio marito! Pietà!

QUARTETTO

È Donna Elvira? quella ch'io vedo?
Appena il credo! No, no, Morrà!

(Mentre Don Ottavio sta per ucciderlo, Leporello si scopre e si mette in ginocchio)

LEPORELLO

(quasi piangendo)
Perdon, perdono, signori miei!
Quello io non sono - sbaglia costei!
Viver lasciatemi per carità!

QUINTETTO

Dei! Leporello! Che inganno è questo!
Stupido resto! Che mai sarà?

LEPORELLO

(Mille torbidi pensieri
Mi s'aggiran per la testa;
Se mi salvo in tal tempesta,
È un prodigio in verità.)

QUINTETTO

(Mille torbidi pensieri
Mi s'aggiran per la testa:
Che giornata, o stelle, è questa!
Che impensata novità!)

(Donn'Anna parte.)

Recitativo
ZERLINA

(a Leporello, con furia)
Dunque quello sei tu, che il mio Masetto
poco fa crudelmente maltrattasti!

DONNA ELVIRA

Dunque to m'ingannasti, o scellerato,
spacciandoti con me per Don Giovanni!

DON OTTAVIO

Dunque tu in questi panni
venisti qui per qualche tradimento!

DONNA ELVIRA

A me tocca punirlo.

ZERLINA

Anzi a me.

DON OTTAVIO

No, no, a me.

MASETTO

Accoppatelo meco tutti e tre.

No. 20 Aria
LEPORELLO

Ah, pietà, signori miei!
Dò ragione a voi, a lei
Ma il delito mio non è.
II padron con prepotenza,
L'innocenza mi rubò.
(piano a Donna Elvira)
Donna Elvira, compatite!
Voi capite come andò.
(a Zerlina)
Di Masetto non so nulla,
(accennando a Donna Elvira)
Vel dirà questa fanciulla.
È un oretta cirumcirca,
Che con lei girando vo.
(a Don Ottavio, con confusione)
A voi, signore, non dico niente,
Certo timore, certo accidente,
Di fuori chiaro, di dentro scuro,
Non c'è riparo, la porta, il muro.
(additando la porta dov'erasi chiuso per errore)
Io me ne vado verso quel lato,
Poi qui celato, l'affar si sa!
Ma s'io sapeva, fuggia per qua!

(fugge precipitosamente)

Scena X

Don Ottavio, Donna Elvira, Zerlina e Masetto.

Recitativo
DONNA ELVIRA

Ferma, perfido, ferma!

MASETTO

Il birbo ha l'ali ai piedi!

ZERLINA

Con qual arte si sottrasse l'iniquo.

DON OTTAVIO

Amici miei, dopo eccessi sì enormi,
dubitar non possiam che Don Giovanni
non sia l'empio uccisore
del padre di Donn'Anna; in questa casa
per poche ore fermatevi, un ricorso
vo'far a chi si deve, e in pochi istanti
vendicarvi prometto.
Così vuole dover, pietade, affetto!

No. 21 Aria
DON OTTAVIO

Il mio tesoro intanto
Andate a consolar,
E del bel ciglio il pianto
Cercate di asciugar.
Ditele che i suoi torti
A cendicar io vado;
Che sol di stragi e morti
Nunzio vogl'io tornar.
(Partono.)

Scena XI

Zerlina, con coltello alla mano, conduce fuori Leporello per i capelli.

ZERLINA

(Lo ferma pel vestito.)
Restati qua.

LEPORELLO:

Per carità, Zerlina!

ZERLINA

Eh! non c'è carità pei pari tuoi.

LEPORELLO

Dunque cavar mi vuoi...

ZERLINA

I capelli, la testa, il cor e gli occhi!

LEPORELLO

Senti, carina mia!

(Vuol farle alcune smorfie.)

ZERLINA

(Lo respinge)
Guai se mi tocchi!
Vedrai, schiuma de' birbi,
qual premio n'ha chi le ragazze ingiuria.

LEPORELLO

(Liberatemi, o Dei, da questa furia!)

ZERLINA

(chiamando verso la Scena)
Masetto, olà, Masetto!
Dove diavolo è ito... servi, gente!
Nessun vien... nessun sente.

(Si trascina dietro Leporello per tutta la Scena.)

LEPORELLO

Fa piano, per pietà, non trascinarmi
a coda di cavallo.

ZERLINA

Vedrai, vedrai come finisce il ballo!
Presto qua quella sedia.

LEPORELLO

Eccola!

ZERLINA

Siedi!

LEPORELLO

Stanco non son.

ZERLINA

(Tira fuori dalla saccoccia un rasoio.)
Siedi, o con queste mani
ti strappo il cor e poi lo getto ai cani.

LEPORELLO

Siedo, ma tu, di grazia,
metti giù quel rasoio:
mi vuoi forse sbarbar?

ZERLINA

Sì, mascalzone!
Io sbarbare ti vo' senza sapone.

LEPORELLO

Eterni Dei!

ZERLINA

Dammi la man!

LEPORELLO

(Esita.)
La mano?

ZERLINA

(minacciando)
L'altra.

LEPORELLO

Ma che vuoi farmi?

ZERLINA

Voglio far... voglio far quello che parmi!

(Lega le mani a Leporello con un fazzoletto.)

LEPORELLO

Per queste tue manine
candide e tenerelle,
per questa fresca pelle,
abbi pietà di me!

ZERLINA

Non v'è pietà, briccone;
son una tigre irata,
un aspide, un leone
no, no, non v'è pietà.

LEPORELLO

Ah! di fuggir si provi...

ZERLINA

Sei morto se ti movi.

LEPORELLO

Barbari, ingiusti Dei!
In mano di costei
chi capitar mi fe'?

ZERLINA

Barbaro traditore!
(Lo lega con una corda,
e lega la corda alla finestra.
)
Del tuo padrone il core avessi qui con te.

LEPORELLO

Deh! non mi stringer tanto,
l'anima mia sen va.

ZERLINA

Sen vada o resti, intanto
non partirai di qua!

LEPORELLO

Che strette, o Dei, che botte!
E giorno, ovver è notte?
Che scosse di tremuoto!
Che buia oscurità!

ZERLINA

Di gioia e di diletto
sento brillarmi il petto.
Così, così, cogli uomini,
così, così si fa.

(Parte.)

Scena XII

Leporello seduto e legato.

LEPORELLO

(ad un contadino che passa in fondo della Scena)
Amico, per pietà,
un poco d'acqua fresca o ch'io mi moro!
Guarda un po' come stretto
mi legò l'assassina!
(Il contadino parte.)
Se potessi
liberarmi coi denti... Oh, venga il diavolo
a disfar questi gruppi! Io vo' veder di rompere la corda.
Come e' forte! Paura della morte!
E tu, Mercurio, protettor de' ladri,
proteggi un galantuomo Coraggio!
(Fa sforzi per sciogliersi,
cade la finestra ove sta legato il capo della corda.
)
Bravo! Pria che costei ritorni
bisogna dar di sprone alle calcagna,
e trascinar, se occorre una montagna.

(Corre via trascinando seco sedia e finestra.)

Scena XIII

Donna Elvira e Zerlina

ZERLINA

Signora, andiam. Vedrete in qual maniera
ho concio il scellerato.

Elvira

Ah! sopra lui si sfoghi il mio furore.

ZERLINA

Stelle! in qual modo si salvò il briccone?

Elvira

L'avrà sottratto l'empio suo padrone.

ZERLINA

Fu desso senza fallo: anche di questo
informiam Don Ottavio; a lui si spetta
far per noi tutti, o domandar vendetta.

(Parte.)

Scena XIV

Donna Elvira sola.

Recitativo
DONNA ELVIRA

In quali eccessi, o Numi, in quai misfatti
orribili, tremendi
è avvolto il sciagurato!
Ah no! non puote tardar l'ira del cielo,
la giustizia tardar. Sentir già parmi
la fatale saetta,
che gli piomba sul capo! Aperto veggio
il baratro mortal! Misera Elvira!
Che contrasto d'affetti, in sen ti nasce!
Perchè questi sospiri? e queste ambascie?

No 21b Aria
DONNA ELVIRA

Mi tradì, quell'alma ingrata,
Infelice, o Dio, mi fa.
Ma tradita e abbandonata,
Provo ancor per lui pietà.
Quando sento il mio tormento,
Di vendetta il cor favella,
Ma se guardo il suo cimento,
Palpitando il cor mi va.

(Parte.)

Scena XV

Luogo chiuso in forma di sepolcreto, con diverse statue equestri, tra le quali quella del Commendatore.

Don Giovanni, poi Leporello.

Recitativo
DON GIOVANNI

(ridendo entra pel muretto)
Ah, ah, ah, questa è buona,
or lasciala cercar; che bella notte!
È più chiara del giorno, sembra fatta
per gir a zonzo a caccia di ragazze.
È tardi?
(guardando l'orologio)
Oh, ancor non sono
due della notte; avrei
voglia un po'di saper come è finito
l'affar tra Leporello e Donna Elvira,
s'egli ha avuto giudizio!

LEPORELLO

(Si affaccia al muretto)
Alfin vuole ch'io faccia un precipizio.

DON GIOVANNI

(È desso.) Oh, Leporello!

LEPORELLO

(dal muretto)
Chi mi chiama?

DON GIOVANNI

Non conosci il padron?

LEPORELLO

Così non conoscessi!

DON GIOVANNI

Come, birbo?

LEPORELLO

Ah, siete voi? Scusate.

DON GIOVANNI

Cosa è stato?

LEPORELLO

Per cagion vostra io fui quasi accoppato.

DON GIOVANNI

Ebben, no era questo
un onore per te?

LEPORELLO

Signor, vel dono.

DON GIOVANNI

Via, via, vien qua,
Che belle cose ti deggio dir.

LEPORELLO

Ma cosa fate qui?

DON GIOVANNI

Vien dentro e lo saprai:
diverse storielle
che accadute mi son da che partisti,
ti dirò un'altra volta: or la più bella
ti vo'solo narrar.

LEPORELLO

Donnesca al certo.
(Rende il cappello e il mantello al padrone
e riprende quelli che aveva cambiati con lui.
)

DON GIOVANNI

C'è dubbio? Una fanciulla,
bella, giovin, galante,
per la strada incontrai; le vado appresso,
la prendo per la man, fuggir mi vuole;
dico poche parole, ella mi piglia,
sai per chi?

LEPORELLO

Non lo so.

DON GIOVANNI

Per Leporello.

LEPORELLO

Per me?

DON GIOVANNI

Per te.

LEPORELLO

Va bene.

DON GIOVANNI

Per la mano
essa allora mi prende.

LEPORELLO

Ancora meglio.

DON GIOVANNI

M'accarezza, mi abbraccia:
Caro il mio Leporello!
Leporello, mio caro! Allor m'accorsi
ch'era qualche tua bella.

LEPORELLO

(Oh maledetto!)

DON GIOVANNI

Dell'inganno approfitto; non so come
mi riconosce, grida; sento gente,
a fuggire mi metto, e pronto pronto
per quel muretto in questo loco io monto.

LEPORELLO

E mi dite la cosa
con tanta indifferenza?

DON GIOVANNI

Perchè no?

LEPORELLO

Ma se fosse costei stata mia moglie?

DON GIOVANNI

(ridendo forte)
Meglio ancora!

LA STATUA

Di rider finirai pria dell'aurora!

DON GIOVANNI

Chi ha parlato?

LEPORELLO

(estremamente impaurito)
Ah! qualche anima
sarà dell'altro mondo,
che vi conosce a fondo.

DON GIOVANNI

Taci, sciocco!
Chi va là?

LA STATUA

Ribaldo, audace!
Lascia a' morti la pace!

LEPORELLO

(tremando)
Ve l'ho detto!

DON GIOVANNI

Sara qualcun di fuori
che si burla di noi!
(con indifferenza e sprezzo)
Ehi, del Commendatore
non è questa la statua? Leggi un poco
quella iscrizion.

LEPORELLO

Scusate...
non ho imparato a leggere
ai raggi della luna.

DON GIOVANNI

Leggi, dico!

LEPORELLO

(leggendo)
Dell'empio che mi trasse al passo
estremo qui attendo la vendetta...
Udiste? Io tremo!

DON GIOVANNI

O vecchio buffonissimo!
Digli che questa sera
l'attendo a cenar meco!

LEPORELLO

Che pazzia ! Ma vi par?... Oh Dei, mirate,
che terribili occhiate - egli ci dà!
Par vivo! Par che senta... E che voglia parlar!

DON GIOVANNI

Orsù, va là!
O qui t'ammazzo, e poi ti seppellisco!

LEPORELLO

Piano, piano, signore, ora ubbidisco.

No 22 Duetto
LEPORELLO

O statua gentilissima
Del gran Commendatore...
Padron! Mi trema il core,
Non posso terminar!

DON GIOVANNI

Finiscila, o nel petto
Ti metto questo acciar!

LEPORELLO

Che impiccio, che capriccio!

DON GIOVANNI

Che gusto! Che spassetto!

LEPORELLO

Io sentomi gelar!

DON GIOVANNI

Lo voglio far tremar!

LEPORELLO

O statua gentillissima,
Benchè di marmo siate...
Ah padron mio! Mirate!
Che seguita a guardar!

DON GIOVANNI

Mori...

LEPORELLO

No, no... attendete!
(alla statua)
Signor, il padron mio...
Badate ben... non io...
Vorria con voi cenar...
Ah che Scena è questa!
(la statua china la testa)
Oh ciel! Chinò la testa!

DON GIOVANNI

Va là, che sei un buffone!

LEPORELLO

Guardate ancor, padrone!

DON GIOVANNI

E che degg'io guardar?

LEPORELLO e DON GIOVANNI

Colla marmorea testa,
Ei fa così, così!

DON GIOVANNI

(verso la statua)
Parlate, se potete.
Verrete a cena?

LA STATUA

Sì!

DON GIOVANNI

Bizzarra è inver la Scena,
Verrà il buon vecchio a cena.
A prepararla andiamo,
Partiamo - via di qua!

LEPORELLO

Mover mi posso appena...
Mi manca, o Dei, la lena...
Per carità... partiamo,
Andiamo via di qua!

Scena XVI

Camera in casa di Donn'Anna

Don Ottavio e Donn'Anna

Recitativo
DON OTTAVIO

Calmatevi, idol mio! Di quel ribaldo
vedrem puniti in breve i gravi eccessi,
vendicati sarem.

DONNA ANNA

Ma il padre, o Dio!

DON OTTAVIO

Convien chinare il ciglio
al volere del ciel. Respira, o cara!
Di tua perdita amara
fia doman, se vuoi, dolce compenso
questo cor, questa mano,
che il mio tenero amor...

DONNA ANNA

O dei, che dite
in sì tristi momenti?

DON OTTAVIO

E che? Vorresti
con indugi novelli accrescer le mie pene?
Ah! Crudele!

No 23 Recitativo ed Aria
DONNA ANNA

Crudele?
Ah no, giammai mio ben! Troppo mi spiace
allontanarti un ben che lungamente
la nostr'alma desia... Ma il mondo, o Dio!
Non sedur la costanza
del sensibil mio core;
abbastanza per te mi parla amore

Aria (Rondo)
DONNA ANNA

Non mi dir, bell'idol mio,
Che son io crudel con te.
Tu ben sai quant'io t'amai,
Tu conosci la mia fe'.
Calma, calma il tuo tormento,
Se di duol non vuoi ch'io mora.
Forse un giorno il cielo ancora
Sentirà pietà di me.

(Parte.)

DON OTTAVIO

Ah si segua il suo passo; io vo' con lei
dividere i martiri.
Saran meco men gravi i suoi sospiri

Scena XVII

Sala in casa di Don Giovanni, con una mensa preparata.

Don Giovanni e Leporello. Servi, alcuni Suonatori.

Una mensa imbandita.

No 24 Finale
DON GIOVANNI

Già la mensa è preparata.
Voi suonate, amici cari!
Giacché spendo i miei danari,
Io mi voglio divertir.
(Siede a mensa.)
Leporello, presto in tavola.

LEPORELLO

Son prontissimo a servir.
(i suonatori cominciano.)
Bravi! Bravi! Cosa rara!

(alludendo ad un pezzo di musica nell'opera La cosa rara)

DON GIOVANNI

Che ti par del bel concerto?

LEPORELLO

È conforme al vostro merto.

DON GIOVANNI

(mangiando)
Ah che piatto saporito!

LEPORELLO

(a parte)
(Ah che barbaro appetito!
Che bocconi da gigante!
Mi par proprio di svenir.)

DON GIOVANNI

(Nel veder i miei bocconi
Gli par proprio di svenir.)
Piatto!

LEPORELLO

(muta il piatto)
Servo.
Evvivano i litiganti.

(alludendo ad altr'opera di questo titolo)

DON GIOVANNI

Versa il vino!
Eccellente marzimino!

LEPORELLO

(mangiando e bevendo di nascosto)
(Questo pezzo di fagiano,
Piano piano vo'inghiottir.)

DON GIOVANNI

(Sta mangiando, quel marrano!
Fingerò di non capir.)

LEPORELLO

(ai suonatori che di nuovo cangiano motivo)
Questa poi la conosco pur troppo.

DON GIOVANNI

(senza guardarlo)
Leporello!

LEPORELLO

(col boccon in gola)
Padron mio!

DON GIOVANNI

Parla schietto, mascalzone.

LEPORELLO

Non mi lascia una flussione
Le parole proferir.

DON GIOVANNI

Mentre io mangio fischia un poco.

LEPORELLO

Non so far.

DON GIOVANNI

(accorgendosi che mangia)
Cos'è?

LEPORELLO

Scusate!
Sì eccellente è il vostro cuoco,
Che lo volli anch'io provar.

DON GIOVANNI

(Sì eccellente è il cuoco mio,
Che lo volle anch'ei provar.)

Scena XVIII

Donna Elvira e detti.

DONNA ELVIRA

(entrando disperata)
L'ultima prova
dell'amor mio
Ancor vogl'io
fare con te.
Più non rammento
gl'inganni tuoi,
Pietade io sento.

DON GIOVANNI e LEPORELLO

Cos'è?

DONNA ELVIRA

(s'inginocchia)
Da te non chiede
quest'alma oppressa
Della sua fede
qualche merce'.

DON GIOVANNI

Mi maraviglio!
Cosa volete?
(Per beffarla s'inginocchia)
Se non sorgete non resto in pie'.

DONNA ELVIRA

Ah non deridere
gli affani miei!

LEPORELLO

(Quasi da piangere
mi fa costei.)

DON GIOVANNI

(alzandosi e facendo alzare Donna Elvira)
Io te deridere!
Cielo, e perché?
(con affettata tenerezza)
Che vuoi, mio bene!

DONNA ELVIRA

Che vita cangi!

DON GIOVANNI

(beffandola)
Brava!

DONNA ELVIRA

Cor perfido!

DON GIOVANNI

Lascia ch'io mangi,
E se ti piace,
mangia con me.

DONNA ELVIRA

Rèstati, barbaro!
Nel lezzo immondo
Esempio orribile
d'inquinità!

(Parte.)

LEPORELLO

(Se non si muove
al suo dolore,
Di sasso ha il core,
o cor non ha.)

DON GIOVANNI

Vivan le femmine,
Viva il buon vino!
Sostegno e gloria
d'umanità!

DONNA ELVIRA

Ah!

(Di dentro: poi rientra, traversa la Scena fuggendo, esce da un'altra parte.)

DON GIOVANNI e LEPORELLO

Che grido è questo mai?

DON GIOVANNI

Va a veder che cosa è stato.

(Leporello esce.)

LEPORELLO

Ah!

DON GIOVANNI

Che grido indiavolato!
Leporello, che cos'è?

LEPORELLO

(entra spaventato e chiude l'uscio)
Ah, signor, per carità!
Non andate fuor di qua!
L'uom di sasso, l'uomo bianco,
Ah padrone! Io gelo, io manco.
Se vedeste che figura,
se sentiste come fa
Ta! Ta! Ta! Ta!

(imitando i passi del Commendatore.)

DON GIOVANNI

Non capisco niente affatto.
Tu sei matto in verità.

(Si batte alla porta.)

LEPORELLO

Ah sentite!

DON GIOVANNI

Qualcun batte!
Apri!

LEPORELLO

(tremando)
Io tremo!

DON GIOVANNI

Apri, dico!

LEPORELLO

Ah!

DON GIOVANNI

Per togliermi d'intrico
Ad aprir io stesso andrò.

(Prende il lume e la spada sguainata e va ad aprire.)

LEPORELLO

(Non vo' più veder l'amico
Pian pianin m'asconderò.)

(Si cela sotto la tavola.)

Scena XIX

Il Convitato di Pietra e detti

LA STATUA

Don Giovanni, a cenar teco
M'invitasti e son venuto!

DON GIOVANNI

Non l'avrei giammai creduto;
Ma farò quel che potrò.
Leporello, un altra cena
Fa che subito si porti!

LEPORELLO

(facendo capolino di sotto alla tavola)
Ah padron! Siam tutti morti.

DON GIOVANNI

(tirandolo fuori)
Vanne dico!

LA STATUA

(a Leporello che è in atto di parlare)
Ferma un po'!
Non si pasce di cibo mortale
chi si pasce di cibo celeste;
Altra cure più gravi di queste,
Altra brama quaggiù mi guidò!

LEPORELLO

(La terzana d'avere mi sembra
E le membra fermar più non so.)

DON GIOVANNI

(Parla dunque! Che chiedi! Che vuoi?)

LA STATUA

Parlo; ascolta! Più tempo non ho!

DON GIOVANNI

Parla, parla, ascoltandoti sto.

LA STATUA

Tu m'invitasti a cena,
Il tuo dover or sai.
Rispondimi: verrai
tu a cenar meco?

LEPORELLO

(da lontano, sempre tremando)
Oibò;
tempo non ha, scusate.

DON GIOVANNI

A torto di viltate
Tacciato mai sarò.

LA STATUA

Risolvi!

DON GIOVANNI

Ho già risolto!

LA STATUA

Verrai?

LEPORELLO

(a Don Giovanni)
Dite di no!

DON GIOVANNI

Ho fermo il cuore in petto:
Non ho timor: verrò!

LA STATUA

Dammi la mano in pegno!

DON GIOVANNI

(porgendogli la mano)
Eccola! Ohimé!

LA STATUA

Cos'hai?

DON GIOVANNI

Che gelo è questo mai?

LA STATUA

Pentiti, cangia vita
È l'ultimo momento!

DON GIOVANNI

(vuol sciogliersi, ma invano)
No, no, ch'io non mi pento,
Vanne lontan da me!

LA STATUA

Pentiti, scellerato!

DON GIOVANNI

No, vecchio infatuato!

LA STATUA

Pentiti!

DON GIOVANNI

No!

LA STATUA

Sì!

DON GIOVANNI

No!

LA STATUA

Ah! tempo più non v'è!

(Fuoco da diverse parti, il Commendatore sparisce, e s'apre una voragine.)

DON GIOVANNI

Da qual tremore insolito
Sento assalir gli spiriti!
Dond'escono quei vortici
Di foco pien d'orror?

CORO di DIAVOLI

(di sotterra, con voci cupe)
Tuo a tue colpe è poco!
Vieni, c'è un mal peggior!

DON GIOVANNI

Chi l'anima mi lacera?
Chi m'agita le viscere?
Che strazio, ohimè, che smania!
Che inferno, che terror!

LEPORELLO

(Che ceffo disperato!
Che gesti da dannato!
Che gridi, che lamenti!
Come mi fa terror!)

(Cresce il fuoco, compariscono diverse furie, s'impossessano di Don Giovanni e seco lui sprofondano.)

Scena XX

Leporello, Donna Elvira, Donn'Anna, Zerlina, Don Ottavio, Masetto, con ministri di giustizia.

DONNA ELVIRA, ZERLINA, DON OTTAVIO e MASETTO

Ah, dov'è il perfido?
Dov'è l'indegno?
Tutto il mio sdegno
Sfogar io vo'!

DONNA ANNA

Solo mirandolo
Stretto in catene
Alle mie pene
Calma darò.

LEPORELLO

Più non sperate
Di ritrovarlo,
Più non cercate.
Lontano andò.

TUTTI

Cos'è? Favella! Via presto, sbrigati!

LEPORELLO

Venne un colosso... Ma se non posso...
Tra fumo e fuoco... Badate un poco...
L'uomo di sasso... Fermate il passo...
Giusto là sotto... Diede il gran botto...
Giusto là il diavolo - Sel'trangugiò.

TUTTI

Stelle, che sento!

LEPORELLO

Vero è l'evento!

DONNA ELVIRA

Ah, certo è l'ombra
Che m'incontrò.

DONNA ANNA, ZERLINA, DON OTTAVIO e MASETTO

Ah, certo è l'ombra
Che l'incontrò.

DON OTTAVIO

Or che tutti, o mio tesoro,
Vendicati siam dal cielo,
Porgi, porgi a me un ristoro,
Non mi far languire ancor.

DONNA ANNA

Lascia, o caro, un anno ancora
Allo sfogo del mio cor.

DON OTTAVIO

Al desio di chi m'adora
Ceder deve un fido amor.

DONNA ANNA

Al desio di chi t'adora
Ceder deve un fido amor.

DONNA ELVIRA

Io men vado in un ritiro
A finir la vita mia!

ZERLINA

Noi, Masetto, a casa andiamo!
A cenar in compagnia!

MASETTO

Noi, Zerlina, a casa andiamo!
A cenar in compagnia!

LEPORELLO

Ed io vado all'osteria
A trovar padron miglior.

ZERLINA, MASETTO e LEPORELLO

Resti dunque quel birbon
Con Proserpina e Pluton.
E noi tutti, o buona gente,
Ripetiam allegramente
L'antichissima canzon:

TUTTI

Questo è il fin di chi fa mal;
E de' perfidi la morte
Alla vita è sempre ugual.

FINE

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